Bersani, fifa di essere mangiato da Monti: "Con lui fino al 2013"
Il segretario Pd a Repubblica: "Non gli stacchiamo la spina, gliela riattacchiamo". Ma è sulla graticola: rischia di perdere comunque
Stare attaccato ora a Mario Monti per evitare di essere mangiato nel 2013. Pier Luigi Bersani e il Pd sono in una morsa: non possono mollare adesso il governo tecnico, perché molto probabilmente se si andasse al voto la patata bollente finirebbe nelle mani proprio di una sinistra divisa e impreparata. D'altro canto, tenere duro accettando tutte le condizioni di premier e Pdl significherebbe deludere gli elettori. E allora, meglio stare attenti ma non staccare la spina. "Semmai attaccarla meglio - ribadisce il segretario democratico a Repubblica -. Non vorrei che lasciando passare uno strappo dopo l'altro ci trovassimo in una situazione complicata e ci fosse un cortocircuito". Bersani però è preoccupato da un "nuovo sport. Quello per cui dietro la copertura di un formale sostegno all'esecutivo ci sia la convergenza tra chi insulta Monti come la Lega o Scilipoti e il Pdl. Questa è una presa in giro". Le polemiche - Sul tavolo ci sono varie questioni. Le pensioni ("Se passa l'idea che si può allungare l'età pensionabile di un infermiere di 4 anni ma non si possono toccare notai, banche e titolari di farmacie si crea un problema serio"), la Rai ("Grave non solo per le ultime nomine ma anche per certe frasi che sento pronunciare ad autorevoli esponenti del Pdl. Del tipo 'un intervento del governo sull'azienda sarebbe illegittimo'. Ma scherziamo?"), giustizia, liberalizzazioni ("Sul decreto si muovono meccanismi della vecchia maggioranza Pdl-Lega per indebolirlo"). Se col Pdl è un po' scontro un po' no ("Sulla legge elettorale bisogna parlare con tutti, ma non mi interessa farne un uso strumentale"), col governo Bersani si sforza di fare buon viso. Dalle polemiche sulle battute di Fornero e Cancellieri su posto fisso e mammoni ("So bene che alle domande bisogna rispondere", le giustifica imbarazzato aggiungendo poi che "certe dichiarazioni sembrano ideologiche") all'articolo 18, da cui il segretario di fatto si astiene ("I partiti non possono permettersi di accendere fuochi. Noi stiamo zitti e non interferiamo, ma non escludiamo perfezionamenti"). Il guaio interno si chiama Lusi, ma anche in questo caso Bersani fa orecchio da mercante: "Sulla vicenda in sé il Pd non sa nulla e non c'entra nulla, nasciamo senza patrimoni e senza debiti altrui".