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CdM sicuro: "Fuori da recessione"

Il comunicato della presidenza del Consiglio: "Grazie al pacchetto liberalizzazioni l'economia nazionale entro breve fuori dalla spirale recessiva"

Andrea Tempestini
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Le disposizioni che compongono il decreto legge sulle liberalizzazioni, giura il governo, “consentiranno, nel breve periodo, di traghettare l'economia nazionale fuori dalla spirale recessiva e possibilmente, nel medio/lungo periodo, di allinearla ai ritmi di crescita dei partners europei e internazionali”. E' quanto si legge nell'ottimistico comunicato della presidenza del Consiglio diffuso oggi, sabato 21 gennaio, in seguito al Consiglio dei ministri di venerdì. Analisi condotte dall'Ocse, si rileva ancora nella nota che ricalca i toni trionfalistici usati da Monti in televisione ("Il Pil può crescere del 10%", ha dichiarato), evidenziano come l'adozione di misure di   liberalizzazione che conducano a livelli di regolamentazione del settore dei servizi simili a quelli dei Paesi con i migliori standard produrrebbero una crescita significativa della produttività totale dei fattori nei settori che impiegano tali servizi, quantificabile in oltre 10 punti percentuali. Altri studi sulla materia indicano che una  riduzione delle rendite nel settore dei servizi al livello medio degli altri Paesi dell'euro si assocerebbe, nel medio periodo, a un aumento del prodotto dell'11%; il consumo privato e l'occupazione crescerebbero fino all'8%, gli investimenti del 18%; i salari reali di quasi il 12% senza effetti negativi sull'occupazione. Nel decreto la crescita economica “è stimolata anzitutto dall'eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che oggi ostacolano l'avvio delle attività d'impresa. Crescita vuol dire anche sostegno al tessuto imprenditoriale. La promozione della crescita si accompagna all'innovazione. Si compie cioè un passo decisivo in direzione di un risultato lungamente invocato e mai portato a compimento: la valorizzazione del merito  delle giovani generazioni”. Premiando le capacità innovative, l'intraprendenza, la lungimiranza e la preparazione - in una parola: il merito - il decreto  mette i giovani in condizione di garantire a sè stessi un futuro solido”, sottolinea la Presidenza del Consiglio.  

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