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Belpietro: No sprechi. Web esulta

Il direttore di Libero a Piazzapulita parla di evasione e stipendi della Casta: Sposetti e Stracquadanio s'arrabbiano, la rete esulta

Giulio Bucchi
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La lotta alla Casta mette d'accordo tutti, da destra a sinistra, tranne che i politici, naturalmente. Se mai ce ne fosse stato bisogno, la dimostrazione l'ha fornita la puntata di giovedì 5 gennaio di Piazzapulita, il talkshow condotto da Corrado Formigli su La7. Il direttore di Libero Maurizio Belpietro, ospite insieme al vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini e agli onorevoli Ugo Sposetti (Pd) e Giorgio Stracquadanio (Pdl), ha raccolto consensi anche in un pubblico, quello di Formigli, tradizionalmente santoriano. Su Twitter e Facebook non mancano commenti del tipo "Per una volta sono d'accordo con Belpietro" e svariati "Belpietro ha ragione" postati in tempo reale, durante la diretta della trasmissione. Lotta all'evasione - Una puntata inziata con il tema dell'evasione fiscale. "La pressione sull'economia regolare - ha ricordato Belpietro - è al 68,6%, la più alta in tutti i paesi civili. Una tassazione che uccide le imprese e la crescita. In Italia l'evasore perché è considerato un furbo? Perché le tasse sono troppo alte. A Cortina hanno fatto un spottone, ma c'è un quarto del Paese che vive in nero, che non paga le tasse. In Lombardia l'evasione è al 12,5%, in Calabria all'85%, in Sicilia al 63%, in Campania al 55 per cento". Forse, ha concluso citando Luca Ricolfi, c'è un patto tra lo Stato e una parte di Italia che non paga le tasse e che si regge sul lavoro nero, finto. "Il problema è che le tasse restano alte - si è scaldato il direttore di Libero -, anzi aumentano sugli onesti, quelli che le tasse le pagano da sempre". E giù applausi. Il giusto stipendio -  Prima di congedarsi, Belpietro fa in tempo a ribattere colpo su colpo a Sposetti e Stracquadanio, sulle spine quando si inizia a parlare degli stipendi dei parlamentari. "Non mi infilo neanche nella discussione se guadagnano più i parlamentari italiani o quelli francesi. Prendiamo i costi del Parlamento italiano, del Quirinale e così via. Negli altri paesi la media è di 500 milioni di euro all'anno, in Italia di 1,8 miliardi. Ma di cosa stiamo parlando? E siccome sul tema dei tagli ogni volta ci raccontano che non può farli il governo, basterebbe che il ministero del Tesoro chiudesse i rubinetti. Dopodichè, gli emolumenti dei parlamentari non stanno nella Costituzione ma in una legge ordinaria del 1948, di Einaudi e De Gasperi, che stabiliva in 65mila lire la loro indennità. Quanto sono oggi, rivalutati? 1.200 euro".  

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