La Casta rimanda i sacrifici: niente tagli ai vitalizi regionali
L'inchiesta di Libero: gli assegni dei consiglieri costano circa 100 milioni all'anno, ma caleranno solo dal 2015
Renata, Renata, Renata così gentile così educata. Renata Polverini fa dell'etica uno sbuffo di gentilezza. È per questo che, zitta zitta, con blitz notturno, non solo ha confermato l'erogazione a tutti gli eletti del suo Consiglio regionale l'assegnino mensile di 3.000 euro, vita natural durante; ma ha finanche esteso il vitalizio ai suoi 14 assessori esterni (purché abbiano compiuto 55 anni, ma volendo anche dai 50 con piccola decurtazione. Fosse un reato, sarebbe concorso in assessorato esterno. I suddetti miracolati delle pensioni d'oro, tra l'altro, si aggiungono agli altri 200 ex politici transitati per la Regione Lazio che già ricevono vitalizi da 2.500 a 5.800 euro. Roba che succhia ai cittadini 12, 5 milioni di euro all'anno. Che fanno cumulo coi 110-120 milioni per gli ex di tutte le altre Regioni della penisola. Cento e passa milioni di vitalizi solo l'anno scorso. In tempo di crisi, la pensione d'oro non è à la page. E quella degli “onorevolini” è addirittura superiore a quella dei parlamentaroni, che fissano in media al 60% dell'indennità-stipendio la misura massima del vitalizio, ricevuto a 65 anni di età. Però, per dire, i consiglieri regionali in Campania e Abruzzo arrivano al 63%, in Calabria all'80%, mentre in Basilicata chi supera le tre legislature può arrivare all'84%. Le cifre dei vitalizi mensili sono varie, con punte di 6mila euro in Puglia e un massimo di 10mila in Calabria. La prima parte dell'inchiesta: gli stipendi d'oro Pensioncine - Facendo una media nazionale, oltre ad un introito mensile di circa 10 mila euro netti, per un totale di circa 650.000 euro in un mandato, ogni consigliere percepisce una pensioncina circa 2.500 euro mensili in caso di 1 mandato. In caso di 2 mandati questa somma si aggira intorno ai 4.600 euro mensili. La cifra varia più o meno percettibilmente, di regione in regione. Specie di Regione a statuto speciale. Una a caso: la Sicilia. Nella solita Isola del tesoro, Palazzo dei Normanni continuerà ad erogare vitalizi da 2.900 euro al mese per chi -203 ex “onorevoli”- ha lavorato appena 2 anni e mezzo e da oltre 7.900 euro per chi ha lavorato almeno 20 anni, ossia la metà di quanto deve rimanere in servizio un cittadino qualunque per poter ambire ad assegno previdenziale. Tra questi fortunelli dell'Ars, 14 hanno una pensione che supera i 7.900 euro e può arrivare a un massimo di 9.362 euro lordi al mese. Sono, tra gli altri, gli ex presidenti della Regione Mario D'Acquisto e Mario Fasino, il democristiano Salvatore D'Alia, l'ex socialista Mario Mazzaglia; il galeotto Totò Vasa-Vasa Cuffaro si mantiene sui i 6.085 euro lordi al mese. Ora, la cosa strana è che quasi tutte le Regioni, prese da conati di etica, hanno annunciato l'abolizione dei vitalizi. Il Veneto l'ha annunciato razionalizzando le diarie e i rimborsi forfettari, e i tagli agli assegni di reversibilità, e “riducendo il numero degli eletti da 60 a 51”. Il Piemonte annuncia la cancellazione ma “introducendo un'alternativa a meccanismo contributivo” (perchè tranne che in Val d'Aosta, ogni pensioni, finora era retributiva: versi uno va in pensione con cinque...). In Friuli (vitalizi da 1.640 euro a 4.700 al mese. Netti) lo annunciano blindando il pregresso. In Toscana l'hanno annunciato assieme al taglio “di 15 consiglieri e due assessori in meno”. In Emilia se ne annuncia la cancellazione ecumenica. Il problema è che 'sto taglio del vitalizio lo annunciano tutti; ma dalla prossima legislatura. Cioè dal 2015. Manovre notturne - Insomma, primum vivere. Infatti in Puglia, nottetempo, dalla giunta Vendola è affiorata una variazione di bilancio per recuperare 2,3 milioni di euro destinati a pagare i vitalizi degli ex consiglieri regionali. La somma, per inciso, pare fosse destinata al capitolo per i libri di testo agli studenti. Ma tant'è. La confusione regna. Scrive Mario Giordano, autore di “Sanguisughe” (Mondadori): “l'unica cosa certa è che in Lombardia la spesa per i vitalizi dei consiglieri regionali è aumentata di 130mila euro: da 7 milioni e 400mila a 7 milioni 530mila euro. E l'altra cosa certa è che in Campania è saltata fuori una lista di 31 ex consiglieri regionali che prendono la doppia pensione: quella da consigliere regionale e quella da deputato”. Ed è vero. La Lombardia solo in un anno ha speso otto milioni per le pensioni. Tra queste spiccano quelle dell'ex presidente del Consiglio regionale e sindaco di Milano Gianpiero Borghini (4.808 euro al mese); di Mario Capanna (2.667 euro); di Carlo Ripa di Meana (2.019). Anche in Lombardia aboliranno il vitalizio. Sul quale Davide Boni, presidente del Consiglio Regionale ha le sue idee: «Invece di fare la trattenuta - io ne ho per 1500 euro al mese - viene data la somma intera; e poi spetta ad ogni consigliere farsi assicurazioni privati, pensioni integrative, o sperperare i soldi. Così, almeno non sarà a carico dei cittadini e l'istituzione non si trasforma in un istituto pensionistico. Se, per esempio, uno viene eletto per un mandato a 25 anni fino a 30 prende un vitalizio di 1800 euro, siccome la vita s'è allungata la Regione avrà versato per lui una pensione...». di Francesco Specchia