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Tremonti vuole fare il suo gruppo

L'ipotesi: gruppo parlamentare. Ma è troppo poco popolare: spunta la strada di una fondazione. Berlusconi e Alfano lo scaricano definitivamente

Andrea Tempestini
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Nel Pdl spunta l'idea di un gruppo parlamentare di Giulio Tremonti, l'ex superministro dell'Economia. Che ne pensa Silvio Berlusconi? "Tanti auguri", ha laconicamente e ironicamente risposto lunedì ai cronisti che lo interpellavano al Tribunale di Milano. Una frase che, ammesso che ce ne fosse bisogno, suona come il definitivo addio del Cavaliere all'ex inquilino di via XX Settembre: "Se non ci avesse messo i bastoni tra le ruote - ha proseguito Berlusconi - a quest'ora sarei ancora a Palazzo Chigi". Una fondazione? - Giulio, in verità, già da qualche tempo accarezzerebbe l'idea di crearsi un suo gruppo in aula, ma ha anche compreso che - complice la sua scarsissima popolarità - i margini per plasmare la sua creatura politica sono ben pochi. Così si farebbe strada una seconda soluzione, quella di creare una Fondazione (nello stile di finiani e montezemoliani) e, attorno ad essa, dar vita a un centro di azione politica per il futuro. Staremo a vedere. Di certo, per ora, c'è che Tremonti non ha più diritto di cittadinanza tra gli azzurri. Una forte bocciatura, dopo quella del presidente Berlusconi, è arrivata anche dal segretario Angelino Alfano: "Il Pdl è un partito solido. La vicenda di questi anni ha diverse chiavi di lettura, e non tutte coincidono con le convinzioni di Tremonti". Come dire: caro Giulio, addio.

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