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Maxi fiducia a Palazzo Madama: 281 sì

Al Senato il premier apre alla Lega: "Sì al federalismo fiscale". Poi assicura: "Non sono l'uomo dei poteri forti Usa e Ue"

Giulio Bucchi
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Il Senato dice sì a Mario Monti. A Palazzo Madama il nuovo governo ottiene la fiducia: 281 voti a favore di fronte ai 25 contrari. Una maggioranza ampia, anche più delle previsioni della vigilia che davano a Monti una quota 250-255. L'aula ha salutato il premier con un caloroso applauso. Il secondo discorso - Pochi minuti, una manciata rispetto ai 44 dell'ora di pranzo, giusto per mettere i puntini sulle i. Mario Monti torna a Palazzo Madama dove alle 21 è in programma la prima fiducia al suo governo e promette: "Seguiremo da vicino l'attuazione del federalismo", un messaggio diretto all'unica forza politica rilevante in Parlamento che ha annunciato la sua contrarietà all'esecutivo. D'altronde, in ballo c'è la "questione settentrionale", con "costo della vita, delocalizzazione e denatalità" sul piatto politico. I poteri forti - E dopo aver assicurato di "non essere l'uomo dei poteri forti o delle superpotenze Usa e Ue", Monti tende la mano alla politica: "Sfondate una porta aperta ma siete consapevoli di sfondarla quando osservate, come molti di voi hanno fatto, che dobbiamo essere ossequiosi al primato della politica e vi assicuro, del resto avete seguito le mie dichiarazioni, che in questo senso abbiamo iniziato a operare e questo è l'atteggiamento rispettoso e umile con cui ci poniamo al servizio del paese e delle istituzioni politiche cui riconosciamo la primazia".

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