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Lui: Né lacrime né sangue, ma forse lascio

Il discorso di Monti al termine della prima giornata di consultazioni: "Il mio orizzonte temporale? Arrivare fino al 2013. Senza appoggio dei partiti lascio"

Andrea Tempestini
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Al termine di una frenetica e convulsa giornata di consultazioni Mario Monti ha chiarito che scioglierà la riserva per la formazione del governo solo se gli sarà offerto un orizzonte temporale che arrivi a fine legislatura, ovvero fino al 2013. "L'orizzonte temporale nel quale il governo che mi sto apprestando a formare si colloca è tra oggi e la fine di legislatura nella primavera del 2013", ha dettato le condizioni in una conferenza stampa. Poi ha aggiunto: "A me pare ovvio, e anche a quasi tutte le altre forze politiche, che il compito di gestione dell'emergenza economica" e di adozione di misure "economiche e sociali di crescita ed equità fiscale è un compito che va ben al di là dell'orizzonte della legislatura. Se la data fosse prima toglierebbe credibilità all'azione del governo - ha sottolineato - ed è una definizione temporale che non accetterei". Che significa: o sto al governo fino al 2013 oppure rifiuto l'incarico. "Serve un appoggio convinto" - Poi Monti si è sbottonato sulla possibile squadra di ministri. "Che i segretari dei partiti che appoggeranno il governo siano presenti nel governo non mi sembra condizione indispensabile. Che ci sia un appoggio convinto da parte loro su ispirazione, caratteristiche e valori e sulla prospettiva operativa del governo mi sembra invece indispensabile". Quindi il mirino si è spostato sul programma dell'esecutivo tecnico. Parlare di una manovra correttiva dei conti pubblici in questa fase, ha spiegato il professore, "sarebbe prematuro". E ancora: "Non ho mai usato né il termine lacrime né il termine sangue. Il termine sacrifici forse sì, ma trovo positivo che le forze politiche che ho incontrato oggi abbiano percepito la serietà del momento che stiamo attraversando". "Coesione per il Paese" - "Il mio impegno è volto - ha continuato il presidente del Consiglio incaricato - a permettere che la politica possa trasformare questo momento difficile in una vera opportunità, con la condivisione di un progetto di rilancio e di speranza non solo per quanto riguarda l'economia. Non dimentichiamo che sempre di più nel mondo si considera che uno dei fattori di sviluppo anche economico, sia la coesione e la capacità di convivenza civile nelle società - ha aggiunto -. Realizzando il progetto di rinnovamento e di riforma l'Italia potrà essere, e lo dico con fiducioso realismo, più protagonista in Europa e nel mondo".

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