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Fini vede le elezioni e assalta la Rai

Il presidente della Camera spera nelle urne per poter tornare ad avere un peso in Viale Mazzini

Andrea Tempestini
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I fini di Fini non sono mai semplici da decifrare. Soprattutto quando il presidente - a tempo perso - della Camera decide di occuparsi in proprio del futuro del partito, avendo percepito l'approssimarsi delle elezioni anticipate, con annesso scioglimento anzitempo del consiglio di amministrazione della Rai. Del resto anche all'interno della maggioranza sono in molti a ritenere che andare al voto con questo board non sia la soluzione migliore.  Troppi rischi per una campagna elettorale che si preannuncia ad alta tensione. E Fini non vuol certo restare tagliato fuori  dalla scelta dei prossimi amministratori della tv pubblica. Sbaglia, dunque, chi ha rubricato la recente partecipazione della terza carica dello Stato a Ballarò, il sempre più finian chic talk show di Rai Tre, alla voce “apertura della campagna elettorale”. Perché il fine vero di Fini è quello di tornare ad avere un peso in Rai, con uomini nei posti giusti, in grado di garantire a Futuro e Libertà una buona dose di visibilità. L'apparizione a Ballarò, al di là della rissa con il ministro Gelmini,  è servita a far capire ai vertici di viale Mazzini che i finiani non sono affatto scomparsi e che, in caso di voto anticipato con eventuale vittoria del centrosinistra, il terzo Polo passerà all'incasso. Fini, sondaggi alla mano, si sarebbe addirittura convinto di poter puntare alla direzione generale, lasciando tutto il resto al Pd e ai suoi alleati. Bruno Socillo, attuale direttore della radiofonia targata Rai, rimasto fedele al capo anche nei momenti più difficili, sarebbe l'uomo giusto al posto giusto. Il presidente della Camera, tanto per avere il quadro esatto della situazione, è intervenuto personalmente quando Lorenza Lei, direttore generale dell'azienda di viale Mazzini, voleva spostare Socillo dalla direzione della Radio alla gestione dei corrispondenti esteri. Da un contenitore pieno e strategico, ad una scatola vuota. Niet categorico della terza carica dello Stato, tante scuse da parte della Lei e Socillo è rimasto al suo posto. Certo, resta il problema della coabitazione con Antonio Preziosi, direttore di Radio Uno e dei Gr, il quale vorrebbe avere completa libertà di manovra. Ma visto il diktat di Fini, la Lei  avrebbe convinto il direttore dei giornali radio a pazientare, giocando sul fatto che potrebbe essere proprio lui il sostituto naturale di Augusto Minzolini alla guida del Tg1. E visto che le grandi manovre sono iniziate, c'è già chi ipotizza il riavvicinamento di Mauro Mazza, direttore di Rai Uno, a Fini, artefice della sua nomina. Tentativo andato a vuoto secondo le malelingue di viale Mazzini, semplice gossip creato ad arte per intorbidare le acque, stando agli osservatori meno interessati. Un dato, però, è certo. La Lei, dopo l'avvicendamento al vertice di Rai Due, avrebbe voluto cambiare anche il direttore di Rai Uno. Il calo di ascolti e i problemi legati all'ultimo Sanremo sarebbero state le ragioni ufficiali. Alla fine il dg ha dovuto congelare tutto. Evidentemente la posizione di Mazza in Rai è meno debole di quanto possa apparire. Nel frattempo Fini continua a cannoneggiare la maggioranza contestando tutto ciò che è contestabile, in particolare le norme sul lavoro: «Se si tende solo a favorire la possibilità di licenziare c'è il rischio di veder moltiplicare il tasso di disoccupazione che da qualche anno a questa parte sta crescendo e che riguarda in particolare un'area del Paese». di Enrico Paoli

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