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Bersani: "Non ho paura delle primarie". Balle...

Il segretario democratico: "Nessun timore di Vendola. Ma prima delle consultazioni si parli di programmi e alleanze". Una contraddizione in termini

Carlotta Addante
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Chi ha paura di Nichi Vendola? Io no. Sembra sicuro di sè il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani che, a margine del Global Progress di Madrid, ha risposto ai giornalisti spiegando di non temere nè le primarie, nè tantomeno il leader di Sel Vendola. "Bersani - ha detto parlando in terza persona - è una persona seria che non ha paura di nessuno ma prima serve lo spartito, un accordo di programma, poi sceglieremo i musicisti che lo suoneranno". Coraggio da leone - "Io nasco come segretario del Pd - spiega Bersani - come contrario ad un modello personalistico della politica. Quello è il passato, il futuro è un lavoro collettivo. Prima voglio sapere che facciamo, capire che si fa in politica estera, sull'accordo del 28 giugno e altre questioni fondamentali. E poi ci deve essere un vincolo di governabilità, le forze in Parlamento devono essere strette prima da un patto che garantisca la stabilità. Finché non arriviamo a queste cose nessuno tiri per la giacca chiedendo le primarie". Frasi strane, che stridono con il proclama con cui il segretario afferma di non avere paura delle primarie stesse. Infatti, le consultazioni per la scelta del futuro candidato premier dei democratici, per ovvie ragioni politiche, saranno un capitolo che dovrà essere scritto prima della alleanze (prima di scegliere "i musicisti che suoneranno" quello "spartito", ovvero il programma che dovrà essere scritto soltanto dopo aver fatto luce sul leader). Ce lo vedete voi un Casini alleato con Vendola? L'invenzione - Ma Bersani continua per la sua strada, vantandosi anche di "aver inventato le primarie"."Hollande (il leader dei socialisti francesi, ndr) ha ammesso che le abbiamo inventate noi - dice - e poi loro le hanno un pò perfezionate. Io glielo lascio dire... e comunque si conferma l'efficacia perchè nell'insieme in Francia hanno fatto bene". Pier Luigi, insomma, osanna le primarie. Dice di non averne paura. Però poi mette dei paletti: consultazioni sì, ma prima programma ed alleanze. Se la lettura, come sembra, fosse questa, il segretario sembrerebbe essersi cimentato in una palese contraddizione in termini.

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