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Retroscena radicale: il Pd prega l'Udc

Il retroscena svelato dal segretario Staderini. E anche il centrodestra corteggia i pannelliani

Andrea Tempestini
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Come mai si accorgono solo ora che i Radicali sono altro da loro? Perché gli anatemi arrivano adesso, dopo che da un oltre un anno le truppe di Pannella si sono autosospese dal gruppo democratico e spesso prendono posizioni diverse rispetto al Pd? Secondo Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, «la tempistica è sospetta». L'obiettivo del Pd, dice, è un altro: «Vogliono far fuori i Radicali per poter fare l'accordo con l'Udc. Cercano di metterci in cattiva luce di fronte al popolo democratico, che su molti temi sta con noi, perché la nostra presenza è di ostacolo a un accordo con l'Udc». Il giorno dopo l'ennesimo strappo con il Partito democratico a Torre Argentina, quartier generale dei Radicali, è un giorno come un altro. Non fosse per un carabiniere che arriva perché si è sparsa voce che potrebbero finire nel bersaglio degli indignados. Rita Bernardini è a Cremona, dove ha visitato il carcere. Staderini è impegnato in una conferenza stampa. Maurizio Turco, uno dei cinque deputati che, entrando in Aula mentre il resto dell'opposizione stava fuori, ha fatto infuriare i vertici democratici, è al lavoro. «Cosa faremo ora? Continueremo la nostra lotta», spiega Turco, «mentre aspettiamo di capire qual è la loro, di lotta. Abbiamo proposto al Pd iniziative, battaglie di ogni tipo. Ma loro sono presi solo da una cosa: mandare via Berlusconi. E proprio con quelli, Fli e Udc, che l'hanno mantenuto in vita per anni. Senza contare i 4 dell'Idv e 2 del Pd che in questo momento tengono in piedi il governo Berlusconi. E poi il problema siamo noi... Ma è chiaro, è più facile prendersela coi Radicali». Dal Pdl, intanto, arrivano messaggi di attenzione nei loro confronti. Massimo Baldini, senatore del Pdl, definisce il comportamento dei Radiali in Aula uno dei  «fatti politicamente più rilevanti» e invita il suo partito a «riaprire» con loro «un dialogo e riprendere un cammino comune nell'interesse del Paese». Elio Belcastro, sottosegretario all'Ambiente di Noi Sud, apre all'amnistia, annunciando iniziative nei prossimi giorni per riportare il tema all'attenzione del Parlamento. Attenzioni che al momento, però, cadono nel vuoto. «Noi siamo all'opposizione», risponde Turco. Certo, il futuro non è scritto. «Alle prossime elezioni vedremo quali saranno le condizioni». Ma per ora non se ne parla.  di Elisa Calessi

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