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Fini, il divino Otelma che non azzecca una previsione

L'ultima di Gianfrannco: "Presto Bossi tradirà". Ma quanti flop da spatuzza ai voti sul governo e Berlusconi

Andrea Tempestini
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Sognava di diventare il leader del centrodestra e il presidente del Consiglio. Si è ritrovato a fare il divino Otelma del Palazzo. Sono le magnifiche sorti e progressive di Gianfranco Fini, ieri capo di An, oggi presidente della Camera, domani chissà. Una vita da delfino e la sindrome del profeta, Fini però, come Otelma, non ci coglie mai. Il suo ultimo vaticinio, l'ex leader della destra lo ha pronunciato sulle colonne della Stampa. «Elezioni a marzo, Bossi staccherà la spina». Recita così l'oracolo della terza carica dello Stato che campeggia a (quasi) tutta pagina (cinque). Fini prevede che Berlusconi «proverà a vivacchiare più o meno fino a Natale, farà di tutto per ottenere l'approvazione di nuove leggi ad personam, indispensabili per trasformare quelli che lo riguardano in processi “pret a porter”, tagliati su misura per garantirgli l'impunità con la prescrizione breve o altri espedienti». Nel futuro prossimo del Cavaliere, il cofondatore del Pdl vede anche le elezioni. Ma pure un altro ribaltone leghista: «Presto, molto prima di quanto ci si possa aspettare», profetizza Fini, sarà Bossi a staccare la spina». E la predizione finale: «Andremo alle urne a marzo 2012». Con postilla finale: «Si voterà con l'attuale legge, per rinviare il referendum». Ma per pararsi da eventuali smentite della sorte, ricorre alla (falsa) modestia: «Non solo io, tutti hanno capito che andrà così». Sarà. Ma si avvereranno i pronostici del divino Fini? È improbabile a guardare i precedenti. Era il 6 novembre 2009 quando, alla giornata conclusiva del Premio Borsellino, a Pescara, al procuratore della Repubblica Nicola Trifuoggi Fini preconizzò che le rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza avrebbero fatto scoppiare «una bomba atomica» su Berlusconi. Il 20 novembre scorso, però, la Corte d'Appello di Palermo ha dichiarato «inattendibile e tardiva» la testimonianza del braccio destro dei fratelli Graviano. Ma ciò che ha compromesso per sempre il futuro otelmico di Fini è stato il successivo vaticinio, che lui pronunciò il 12 dicembre 2010 nel salotto di Lucia Annunciata, sul fatidico voto di fiducia al governo che due giorni dopo provocò la sua débacle: «Silvio Berlusconi cadrà». Non solo il premier non cadde, ma da allora di fiducie ne ha incassate altre quattordici. Fortuna che sull'ultimo voto di fiducia il leader di Fli non ha proferito verbo, perché stavolta lui era strasicuro che il governo cadesse, a quanto riferiscono i boatos di Montecitorio che attribuiscono soprattutto a lui e a Casini la regia del sabotaggio del numero legale. La terza profezia di Fini Otelma sulla Stampa è che «saranno tre» e non due «gli schieramenti» alle prossime elezioni». E «la novità sarà il terzo Polo, che ha grandi potenzialità di intercettare tutto lo scontento degli elettori di centrodestra», profetizza riferendosi a se stesso. Ma è così sicuro Fini che sarà lui il leader del Terzo Polo? Prima di avventurarsi in simili pronostici, dovrebbe fare gli scongiuri contro la damnatio memoriae che incombe da sempre sugli inquilini di Montecitorio. Fausto Bertinotti non è potuto neanche rientrare in Paralmento. di Barbara Romano

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