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"Claudio non è un Giuda, mi fido"

Il Cavaliere: "Sulle intercettazioni non serve più la fiducia". E valuta la mini patrimoniale

Costanza Signorelli
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Avanti su intercettazioni e decreto sviluppo. Con la certezza che per ora il governo non rischia. Silvio Berlusconi ha apprezzato la lettera che ieri gli ha inviato (tramite Angelino Alfano) il frondista più pericoloso - perché dotato del maggior numero di truppe - Claudio Scajola. Una missiva in cui l'ex ministro chiede una svolta sulle politica economica del governo, ma assicura anche che non ci saranno defezioni da parte dei suoi in Parlamento. «Non ho mai avuto dubbi su Scajola, le sue sono critiche costruttive, perché vorrebbe un governo e un partito più forte. Sapevo che non mi avrebbe tradito», ha detto il Cavaliere ad Alfano. Il quale proprio oggi dovrebbe incontrare Scajola, che poi, domani, vedrà anche Berlusconi. Per il Cavaliere quella di ieri è stata una giornata di incontri e telefonate. La settimana, infatti, si annuncia molto calda. Innanzitutto c'è il decreto sviluppo da riempire di contenuti. Per il momento, vista la contrarietà di Giulio Tremonti e della Lega, il Cavaliere ha accantonato l'idea di un condono, ma non esclude una mini-patrimoniale. Delle misure Berlusconi sta discutendo quotidianamente con Paolo Romani, anch'egli ricevuto ad Arcore insieme a Luigi Casero. Poi c'è la questione della fronda interna al Pdl, che questa settimana si lega alla questione intercettazioni. Giovedì, infatti, si vota la legge sui limiti alla pubblicazione dei dialoghi telefonici. Se in un primo momento il Cavaliere era orientato a chiedere la fiducia per mettere i frondisti con le spalle al muro, ora, dopo la lettera di Scajola, non è più così. «A questo punto non c'è bisogno di forzare la mano», ha spiegato il premier ad Alfano. Il capo del governo, del resto, non ha mai creduto a un tradimento di Scajola. Per via dell'amicizia di lungo corso tra i due, ma anche perché la maggior parte degli scajoliani a Montecitorio sono contrari a dare la spallata al governo. Così, mentre Alfano media con Scajola, Verdini nelle ultime ore ha contattato buona parte delle sue truppe per sondare il terreno e consigliare prudenza, anche in vista di una loro rielezione nelle liste del Pdl. Con Beppe Pisanu, invece, i rapporti sono interrotti. Ma a preoccupare il Cavaliere nelle ultime ore sono anche i movimenti di Gianni Alemanno e gli umori di Roberto Formigoni. Dopo l'intervista del governatore lombardo domenica a Repubblica (in cui ha chiesto un passo indietro al Cavaliere), la risposta del Giornale è stata durissima. “Formigoni come Veronica”, titolava ieri in prima pagina il quotidiano milanese. Ora però il rischio è quello di acutizzare lo scontro con il governatore e con le sue truppe in Parlamento. Ma è il rilancio dell'economia il vero cruccio del presidente del Consiglio. Perché, ha spiegato a un autorevole interlocutore, «se riusciamo a risollevare il Paese e a ottenere dei risultati concreti, allora anche i problemi politici si aggiusteranno e potremo arrivare senza scossoni al 2013». di Gianluca Roselli

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