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Alemanno punge ancora la Minetti

Intervistato da Belpietro, il sindaco di Roma non ha dubbi: "Avanti fino al termine della Legislatura, poi primarie". Quindi difende sua moglie (e critica Nicole"

Costanza Signorelli
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Gianni Alemanno è convinto: "Il Governo può arrivare al 2013 se riesce a rilanciare la sua azione, facendo le riforme e dimostrando di saper concretamente fronteggiare la crisi", e se non si fa "bloccare dai veti della Lega o di altri", anche perché "governi tecnici o di larghe intese farebbero solo male al Paese". Il sindaco di Roma credre ancora nel Pdl, dunque, e rilancia la leadership del segretario del partito Angelino Alfano, ma ad una condizione: "Ci vogliono le primarie" con "Alfano in pole position". Sul nuovo segretario assicura: "Credo in lui, l'ho votato e lo sollecito ad aprire un ciclo nuovo nel Pdl che porti aria fresca". Solo chiacchere, dunque, quelle che lo vedrebbero sulla via di uscita dal partito? A sentire Alemanno pare proprio così. E' categorico: "Non esiste. Ho partecipato alla sua fondazione e ho detto no quando Fini è uscito. Credo nel Pdl ma voglio che vada avanti sulla strada del rinnovamento". Queste le parole del sindaco di Roma intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a Mattino 5. Le polemiche - Ma scava, scava qualche sassolino nella scarpa di Alemanno c'è: "Dobbiamo smetterla con i candidati calati dall'alto. Tutti, compresa la signora Minetti - ritorna così sulla polemica del giorno precedente -, se vogliono farsi eleggere devono prendere le preferenze. Il popolo vota e, se le ottengono, tanto di cappello". E la questione è sempre la stessa, la polemica che ha coinvolto il consigliere regionale della Lombardia e la moglie Isabella Rauti, eletta nel listino collegato alla governatrice Polverini. Alemanno tiene a distinguere ciò che per lui non può essere messo sullo stesso piano: "Mia moglie fa politica dall'eta di 14 anni, ha un curriculum che parla da solo e non è stata inserita in un mio listino ma in quello della Regione". Proprio per evitare queste situazioni, secondo il sindaco della capitale, la strada giusta da percorrere è quella delle primarie, dei congressi e di una nuova legge elettorale che reintroduca le preferenze. "Non possiamo andare alle elezioni - ha spiegato - e farci sconfiggere dai De Magistris o dai Pisapia: quindi qualcosa deve cambiare all'interno del Pdl". Quanto al suo futuro di uomo politico, smentisce ogni ipotesi di candidatura come leader del partito perché "voglio continuare il sindaco se gli elettori romani me lo concederanno".

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