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"Il premier sapeva che erano escort"

Per i giudici del Riesame di Napoli, Berlusconi era "pienamente consapevole" che le ragazze portate da Giampy erano prostitute

Lucia Esposito
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Il premier Silvio Berlusconi era pienamente "consapevole" che le ragazze portate nelle sue residenze da Giampaolo Tarantini erano delle escort. Lo sostiene il Tribunale del Riesame di Napoli nell'ordinanza con cui ha disposto la scarcerazione di Giampi e della moglie e il trasferimento degli atti a Bari. Guarda il video-commento di Maurizio Belpietro su LiberoTv Il ribaltone: Tarantini torna a casa Possibili scenari  La decisione del Tribunale del Riesame di Napoli, che ieri ha individuato in quella di Bari la Procura competente a indagare sulle elargizioni di denaro fatte da Silvio Berlusconi a Giampaolo Tarantini, ritenendo sussistente il reato di istigazione a rendere false dichiarazioni ai magistrati, apre una serie di scenari: nelle prossime ore i pm Curcio, Piscitelli e Woodcock si riuniranno con il procuratore aggiunto Francesco Greco per studiare il provvedimento del Riesame e concordare il da farsi. Avendo i pm di Napoli già trasmesso il fascicolo nei giorni scorsi alla Procura di Roma (che ha iscritto nel registro degli indagati Valter Lavitola, Tarantini e la moglie per estorsione), spetterebbe ai pm capitolini girare le carte ai colleghi baresi. Ma la Procura di Roma potrebbe non condividere le valutazioni del Riesame e sollevare il contrasto davanti alla Procura generale della Cassazione. O, ancora, ammesso che Roma invii il fascicolo a Bari, non è escluso che quei pm lo trasmettano a loro volta a Lecce, dove si indaga sui presunti ritardi nell'inchiesta sulle escort. Sembra escluso che ad una eventuale iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati possa procedere la Procura di Napoli, "anche se - commenta Greco - la questione dovrà essere approfondita". Da testimone a indagato  Si ribalta il ruolo del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, nell'inchiesta dei pm di Napoli sul presunto ricatto ai suoi danni da parte di Giampaolo Tarantini, della moglie Angela Devenuto e del direttore dell'Avanti Walter Lavitola. Da testimone-parte offesa diventa quasi certo indagato per aver indotto l'imprenditore barese a riferire il falso ai magistrati.

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