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L'ultima follia dell'Idv: "Le cosche sono già al governo"

Il capogruppo Li Gotti spara a zero su Brunetta: "Riconosce che la mafia è una componente della maggioranza"

Andrea Tempestini
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Renato Brunetta si batte per la semplificazione burocratica, definita la "vera ricetta per la crescita economica". Nel piano prospettato dal ministro, che ha anticipato parzialmente i contenuti del Dl Sviluppo, è prevista la sforbiciata di tutte le certificazioni nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, compreso quello anti-mafia. L'Idv bolla la proposta come "una provocazione". Ma queste, tra le parole al vetriolo pronunciate dal capogruppo Luigi Li Gotti, sono le più tenere. L'esponente dipietrista ha infatti proseguito fornendo una sua personale interpretazione alle misure: "Proponendo l'abolizione della certificazione antimafia, Brunetta ha voluto dirci: se un indagato per mafia (palese il riferimento al ministro Saviero Romano, ndr) può fare il ministro, con la benedizione del ministero dell'Interno, perché mai le imprese dovrebbero farsi rilasciare dagli uffici periferici del ministero dell'Interno la certificazione antimafia?". "Il governo delle cosche" - Poi Li Gotti si spende in parole ancora più dure: "Brunetta ha ragione, la mafia - prima con Cosentino, ora con Romano - è evidentemente una componente della maggioranza e del governo. Brunetta, quindi, ha il merito di non essere ipocrita". A rincarare la dose ci pensa poi Massimo Donati, presidente dei deputati dell'Idv: "Una proposta assurda e pericolosa che lascia senza parole. Questo governo è sempre più sorprendente, in senso negativo naturalmente: è capace di penalizzare i lavoratori per fare favori alla mafia".

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