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Il Senatùr: non si arriva al 2013

Bossi sul Monviso: "Fine legislatura? Troppo lontana", Poi parla di secessione: "Italia a picco ma c'è la Padania"

Giulio Bucchi
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Il 2013 "è troppo lontano", dice Umberto Bossi a Paesana, Cuneo, dove parla al termine della cerimonia dell'ampolla alla sorgente del Po. Per Silvio Berlusconi è una doccia gelata, ma durante la “festa dei popoli padani” che si concluderà domani a Venezia il Senatur è solito alzare i toni. E infatti torna a insultare il collega nel governo Renato Brunetta, «il nano di Venezia» che «non capisce un cazzo». Quindi tuona: «L'Italia va a picco ma c'è la Padania», perché «milioni di persone aspettano solo che succeda qualcosa per mettersi in cammino». I militanti urlano «secessione secessione» e il leader osserva: «Anche durante il giro della Padania abbiamo visto che certi passi vanno fatti in favore della storia, altrimenti c'è soltanto il caos». Applausi. «Dopo la crisi il Nord non potrà permettersi più di continuare a mantenere tutto il Paese. Il Nord non muore». D'altronde, promette Umberto, «ci aspetta un anno positivo, un anno in cui la Padania va a disegnarsi con grande determinazione. Noi siamo buoni ed educati, lo avete visto anche durante il giro della Padania, qualcuno lo voleva fermare ma in quell'occasione occorreva stare con i nervi saldi e per fortuna che c'è mio figlio Renzo che ha tenuto i nervi calmi». Eccolo, il riferimento al rampollo. Il giovane consigliere regionale l'ha seguito passo passo durante la cerimonia dell'ampolla. Ed è anche della sua famiglia e del rapporto tra i parenti e il movimento che parla Bossi senior. Soprattutto dopo la valanga di polemiche che è seguita all'articolo pubblicato dal berlusconiano Panorama, che ha descritto la moglie del leader Manuela Marrone come «l'imperatrice della Padania» capace d'influenzare il marito e gli equilibri interni, contrapponendosi a Roberto Maroni. Un affresco che ha scatenato una raffica di reazioni indignate nel Carroccio, spedite anche all'indirizzo del premier che poi s'è dovuto dissociare dal settimanale. Ecco, per Bossi quelli della rivista «sono degli stronzi. È un danneggiamento alla mia famiglia. Mia moglie è brava». Poi un'altra carezza al figlio: «Verrò qui tutti gli anni e dopo di me verrà mio figlio Renzo che oggi ho portato qui», perché «a 23 anni bisogna svegliarlo, portarlo in mezzo alla gente e fargli vedere la vita vera». Parole al miele pure per Roberto Calderoli, tra i più inferociti con Panorama. Il titolare della Semplificazione dice che lo strappo «è chiuso relativamente» visto che «ringraziamo Berlusconi ma ci aspettiamo anche altro» perché «dietro un articolo c'è un direttore e una giornalista». Ecco, mentre Calderoli difende la famiglia Bossi e giura sulla compattezza dell'asse Berlusconi-Lega, Umberto lo loda: «Calderoli è il mio braccio destro a Roma». I padani restano sulle barricate per le pensioni: «Il mondo è alla rovescia, con la sinistra che vuole toccarle» ma «la Lega dice no» sbotta il Senatur. Che gongola: sì, sulla previdenza «l'abbiamo spuntata».  E poi: «Abbiamo ottenuto il federalismo e i contratti territoriali» con i quali ci sarà «uno stipendio diverso regione per regione. Questi due passaggi spingeranno verso un grande cambiamento e soprattutto avremo degli stipendi in base al costo della vita». Certo, restano i mal di pancia dei Comuni. Bossi ha risposto con il gesto delle corna (sì, corna, né dito medio né pernacchie) ad alcuni sindaci piemontesi che lo aspettavano sul Monviso cantando a squarciagola l'inno di Mameli, ma agli enti locali ha spedito una vaga rassicurazione: «Troveremo un modo per aiutarli...». I giovani padani, invece, hanno distribuito un volantino ai primi cittadini col mal di pancia con la scritta «Sindaco scegli il tuo futuro! Schiavo e povero in Italia o ricco e libero in Padania? Con il Nord o con Roma». Calderoli aggiunge: «Abbiamo ridotto i tagli e salvato i piccoli comuni» mentre il governatore piemontese Roberto Cota insiste che «la soluzione all'attuale crisi è il modello Padania». Al di là delle spacconate da comizio, il Bossi che s'è inerpicato sul Monviso riserva a Berlusconi anche dei messaggi rassicuranti. Perché sulle intercettazioni «bisogna finirla di ascoltare la gente», però Giorgio Napolitano «non vuole il decreto». Bossi sbuffa: «Siamo venuti anche se un po' acciaccati. Speriamo che l'acqua del Po ci porti fortuna...». di Matteo Pandini

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