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"Non si può girare lo sguardo e tacere sprechi e ruberie"

"Anche se tacessimo, l'avversione per la Casta non smetterebbe. Purtroppo di farabutti a destra ce ne sono molti." / BELPIETRO

Giulio Bucchi
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Cara Maria Giovanna, ti voglio innanzitutto tranquillizzare. Non mi sono innamorato delle manette e non ho nessuna intenzione di trasformare Libero in una specie di Fatto del centrodestra.  A differenza del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, il nostro non ha grande confidenza con le Procure, dalle quali in genere riceve un trattamento che non viene usato neppure con i peggiori criminali. Dunque non c'è pericolo che il virus forcaiolo ci contagi: è più facile che Marco Travaglio diventi il portavoce di Berlusconi che noi i gazzettieri di Di Pietro. Però, cara Maria Giovanna, non essere giustizialisti non significa essere fessi o ingenui. Né equivale a non vedere ciò che accade dentro il Palazzo. Tu dici che il Cavaliere ha enormi responsabilità nell'aver scoperto  e promosso certi personaggi, abdicando al dovere delle riforme liberali che aveva promesso agli elettori. Probabilmente hai ragione e il premier avrà modo di meditare su ciò che non ha funzionato nei suoi governi e nelle sue maggioranze. Ma bisogna riconoscere che è anche molto facile addossare ogni responsabilità a lui, addebitandogli gli errori di una rivoluzione mancata. Se le cose non sono andate nel verso giusto è anche colpa di un certo numero di gaglioffi che hanno badato più ai loro interessi che a quelli del Paese. E purtroppo tra i farabutti ce ne sono anche parecchi che indossano la casacca del centrodestra, un dato di fatto che è impossibile contestare. Tu dici che bisogna stare attenti con i toni, altrimenti c'è il rischio che si ripeta il periodo infame che tra il 1992 e il 1994 spazzò via un'intera classe politica moderata, aprendo la strada a chi militava in un partito sconfitto dalla storia che come i camaleonti aveva cambiato colore nella speranza di mimetizzarsi. Vero. Il rischio è concreto, perché l'esasperazione tra gli italiani è forte, in particolare tra quelli che non amano la sinistra. Non c'è pericolo che gli elettori di Berlusconi e Bossi scelgano di mettere la crocetta sul partito di Bersani o su quello di Vendola:  sono delusi, ma non scemi. Però, in caso si andasse alle urne, c'è la possibilità che facciano come a Milano quando, dovendo scegliere tra la Moratti e Pisapia, hanno preferito rimanere a casa, regalando il comune a Rifondazione comunista. Mi par di capire che tu, proprio perché intravedi una tale insidia, pur invitandoci a trovare i mascalzoncelli che ruotano intorno al mondo della politica e con questa ingrassano, ci suggerisci moderazione, preoccupata che non si butti via con l'acqua sporca anche il bambino. Il tuo terrore è che si rifacciano gli errori di quasi vent'anni fa, quando, sulla spinta del grande cambiamento, si liquidò la Prima Repubblica per fondarne una Seconda che si rivelò peggiore della precedente. Condivido il tuo tormento. I presupposti sui quali si vorrebbe edificare l'edificio della Terza sono tutt'altro che solidi e così si  rischia che faccia la stessa fine delle altre due. Il che sarebbe un colpo mortale per il nostro Paese, già provato dalle clientele e dagli sprechi e ora anche dalla crisi economica. Ma al tempo stesso, cara Maria Giovanna, non si può star fermi, né tanto meno zitti, evitando di raccontare quanto non funziona. Non possiamo tenerci le ruberie e neppure continuare a scialare. Imbavagliarci non servirebbe a niente, perché non è chiudendo gli occhi che si sistemano i conti. Molti parlamentari in questi giorni ci accusano di farci portavoce  di movimenti anti politici che ce l'hanno con i partiti. Qualcuno addirittura sostiene che noi aizzeremmo la folla, denigrando le istituzioni e i loro rappresentanti e per questo minaccia di farcela pagare. Ma anche se noi tacessimo, l'avversione per la Casta non verrebbe meno. Non siamo noi a dar voce alla protesta, ma è la protesta che tracima sulle pagine dei giornali.  Qualche anno fa, un libro di due giornalisti del Corriere della Sera scalò le classifiche descrivendo i privilegi dei parlamentari. Non c'era nulla di inedito nel pamphlet, ma notizie che nel tempo erano state riportate qua e là da tutti i giornali, a cominciare dal nostro. Tuttavia aver raccolto in un volume tutte le facilitazioni di cui godono gli onorevoli fece clamore. Da allora l'onda anti-Casta non è mai scemata, ma anzi è cresciuta. Soprattutto ora che i legislatori hanno dato il via a una manovra che non risparmia nessuno, tranne loro. Far finta di niente e nascondere nelle ultime pagine questi fatti non servirebbe a nulla. Certo non fermerebbe l'irritazione dei cittadini comuni. Per quella c'è un solo rimedio: ridurre le spese della Casta. Cara Maria Giovanna, so che molti amici del centrodestra questo consiglio non lo intendono, ma purtroppo è l'unica via che resta per evitare ciò che tu prospetti.  Su dunque, onorevoli, datevi un taglio. di Maurizio Belpietro

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