Il Primo maggio di Landini nel segno di Bergoglio

Landini rivendica 5 milioni di iscritti (per la metà si tratta di pensionati) e incita ad andare a votare per i referendum dell’8-9 giugno. Oggi scatta l’assedio alla sede Rai per chiedere più spazio in televisione
di Antonio Castromartedì 29 aprile 2025
Il Primo maggio di Landini nel segno di Bergoglio
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La locomotiva sindacale del concertone sindacale del 1° maggio non si ferma, neppure a poche ore dalla dipartita di Papa Francesco. Ieri il segretario Cgil, Maurizio Landini, intervenendo alla presentazione del Concertone (condotto da Big Mama con Noemi ed Ermal Meta che presenteranno 44 artisti), ha ricordato come Bergoglio abbia sempre «avuto grande attenzione su problemi del lavoro. Uno dei messaggi è stato quello di dare voce a chi non ce l’ha, fare rumore, non rinunciare a combattere le disuguaglianze. Il primo maggio è l’occasione per poter in qualche modo rilanciare con forza la necessità di un’azione che rimetta al centro la persona». Per il leader della Cgil «siamo in presenza di una strage che non si ferma. Parlare di “lavoro sicuro” significa rimettere al centro la persona, lavorare con dignità. Parlare di questo vuol dire parlare di futuro, di cambiamenti. La tecnologia non è neutra, dipende da chi la utilizza, per quale fini».

Il numero uno della Cgil non perde l’occasione per ricordare il referendum dell’8 e 9 giugno. Cogliendo il lancio stampa del tradizionale concertone (sono 35 anni che si fa), per ricordare che oggi pomeriggio alle 17 davanti agli uffici Rai di via Teulada 66, a Roma (viale Mazzini è chiusa per bonifica dall’amianto, ndr), la Cgil inviterà i propri iscritti alla manifestazione referendaria: «Adesso parliamo noi. Rompiamo il silenzio sui referendum». Neppure a Pontefice appena tumulato il segretario della Cgil evita di fare campagna “elettorale”. Anzi si lancia lamentandosi perché «sui grandi media regna il silenzio totale. Per questo abbiamo organizzato un sit-in per chiedere la massima informazione sui cinque referendum che si terranno l’8 e il 9 giugno su lavoro e cittadinanza e consentire così la più ampia partecipazione delle cittadine e dei cittadini al voto». Certo non sarà «facile raggiungere il quorum, l’8 e 9 giugno abbiamo bisogno che almeno il 50% più uno dei cittadini vada a votare, è una delle cose più difficili. Nel nostro Paese la partecipazione al voto nelle ultime politiche è stata del 63%, alle europee meno del 50% quindi se fosse stato un referendum non sarebbero state valide. Quindi la strada del referendum ha un esito non scontato», mette le mani avanti Landini intervenendo dopo la presentazione del “concertone” all’assemblea della Filt, che a chi non crede che sarà raggiunto il quorum chiede di «parlare con tutte le persone».

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L’ex metalmeccanico in distacco sindacale da una vita si lancia in una manciata di conteggi: «La Cgil ha 5 milioni e oltre 100mila iscritti e li abbiamo aumentati tra gli attivi: se ogni iscritto convince altri 5 non iscritti ad andare a votare cinque per cinque fa 25 (milioni, ndr). Se ognuno di noi non fa la sua parte si può raggiungere il quorum». Ma non basta. Si avventura pure a far di conto sui rappresentanti di lista negli 8mila comuni: «Stiamo lavorando per nominare due rappresentanti di lista in ogni seggio, possiamo farlo, con una presenza sul territorio che non ha nessun’altro». Salvo ammettere: «Se facciamo questa operazione facciamo un’operazione politica nel senso di rimettere al centro i bisogni di chi tiene in piedi questo Paese che oggi non ha ascolto. Questa non è una testimonianza ma se usiamo tutta la nostra forza l’obiettivo lo possiamo raggiungere». Sui temi dei quesiti C’è un dettaglio da sottolineare. Questo perché tre leader di Cgil, Cisl e Uil si ritrovano insieme per la prima volta (funerali diel Papa a parte) dall’elezione di Daniela Fumarola alla guida della Cisl. Per le celebrazioni della Festa dei lavoratori, Landini, Bombardieri e Fumarola hanno scelto tre città diverse. Ma per un giorno tornano ad accomodare uno accanto all’altra a Asiago. Uniti nel chiedere sicurezza per i lavoratori e nel ricordare Papa Francesco. Per Daniela Fumarola (da poco eletta leader della Cisl), «dare protagonismo alle imprese che investono in salute e sicurezza, perché lo ritengono un investimento importante per la vita», significa «fare in modo di riportarli all’interno di una cittadella del lavoro, così come ci diceva il nostro pontefice, una cittadella che sia inclusiva e che possa garantire un lavoro sicuro, stabile e ben contrattualizzato e che possa far realizzare davvero per ognuno la propria dignità e il proprio percorso di vita». Per Pier Paolo Bombardieri (Uil) «Rendere omaggio a Papa Francesco significa rispettare quei principi che lui per tanto tempo ha richiamato: la dignità del lavoro, la dignità delle persone, il fatto di non dover essere sfruttati».

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