Non ha voluto occupare il centro della scena, Giorgia Meloni. Nella giornata diplomatica che, di fatto, si è svolta a latere del funerale di Papa Francesco, o per meglio dire in concomitanza, visto che il primo faccia a faccia tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky si è svolto sotto la navata di San Pietro, seduti uno di fronte all’altro, la premier ha scelto di stare un passo indietro.
Le fotografie che hanno fatto il giro del mondo sono, appunto, quelle del presidente degli Usa e di quello dell’Ucraina, uno di fronte all’altro a San Pietro, o del quartetto formato da Trump, Zelensky, Starmer e Macron, stretto in un crocchio, sempre sotto la navata pietrina, per un veloce scambio di opinioni.
ORGANIZZAZIONE OK
Meloni già nei giorni precedenti aveva fatto sapere che non gradiva si svolgessero incontri ufficiali proprio nel giorno dell’addio a Papa Francesco. Per rispetto al Pontefice, per non strumentalizzare un’occasione che è religiosa.
E, però, vigilando, nel ruolo di ospite, perché il contesto funzionasse, perché la macchina organizzativa - complicatissima - filasse, perché ciascun grande della Terra si trovasse a suo agio, non ci fossero incidenti diplomatici e perché gli incontri- informali, ma in fondo assai benvoluti - si potessero svolgere senza intoppi, in pace, in un clima conciliante, Meloni ne è uscita da protagonista. E la soddisfazione che, a sera, trapelava da Palazzo Chigi, pur nella sobrietà di un giorno che aveva al centro Papa Francesco, è la conferma.
Funerali del Papa, i vertici per la Pace dentro San Pietro
Momento di incontri. I funerali di Papa Francesco sono stati anche l'occasione per faccia a faccia costruttivi. Oltr...Non a caso la premier, in un comunicato in cui ha ringraziato, personalmente e a nome del governo, «tutte le amministrazioni coinvolte, tra cui il ministero dell’Interno, la Prefettura e la Questura di Roma, le Forze di Polizia, i Vigili del Fuoco, le Forze Armate», eccetera eccetera (elenco lunghissimo), ha parlato di «una giornata storica per l’Italia e per il mondo intero». E in questa chiusa c’è l’orgoglio non solo perché l’organizzazione è riuscita- e non era scontato, visti i numeri e la complessità - ma anche per i semi diplomatici che, a Roma, si sono piantati.
Semi che, si spera, possano avvicinare quella pace tra Russia e Ucraina che è stato il cruccio, fino all’ultimo respiro, di Papa Francesco. E anche riavvicinare Stati Uniti e Unione europea, dopo gli strappi di Trump sui dazi.
Peraltro il fatto che si siano piantati questi semi proprio nel giorno dell’ultimo saluto del mondo al Papa della pace è un segno potente. Meloni ha vissuto questa giornata come un regista dietro la telecamera: attenta a far sì che i suoi attori dessero il meglio e che la regia, la scenografia, la sceneggiatura, i costumi funzionassero. E così è stato. Tailleur nero, capelli legati, occhiali scuri, si è presentata così per assistere alla messa.
Giorgia Meloni, parole pesanti: "Storico incontro Trump-Zelensky"
È Giorgia Meloni la regista dei numerosi incontri tra i big mondiali che si sono riuniti in occasione dei funeral...Accanto a lei, il presidente Sergio Mattarella, i vicepremier, Alfredo Mantovano. Un breve colloquio con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, una foto con Trump, un abbraccio con il presidente argentino Javier Milei. Al termine dei funerali, ha postato su Instagram una foto del pontefice con la scritta: “A Dio”.
Finita la messa, un pranzo in un hotel della capitale con Milei. E poi, a Palazzo Chigi, l’incontro clou della giornata, quello con Zelensky. Un colloquio nel quale, come recita una nota di Palazzo Chigi, si è «ribadito il sostegno agli sforzi del presidente Trump per il raggiungimento di una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro di sicurezza, sovranità e libertà all’Ucraina». Si aggiunge che il presidente del Consiglio «ha espresso, anche a nome del governo, le proprie condoglianze per le vittime dei recenti attacchi russi, rinnovando la ferma condanna di tali atti e sottolineando l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, nonché della necessità di un impegno concreto da parte di Mosca per l’avvio di un processo di pace». Allo stesso tempo, la premier «ha salutato positivamente la piena disponibilità dell’Ucraina per un immediato cessate il fuoco». Conclusione: «Ora ci si attende che anche la Russia dimostri concretamente la propria volontà di perseguire la pace».
DISCREZIONE
È la fine di una giornata in cui Meloni, da dietro le quinte, ha lavorato per far incontrare Trump e Zelensky e anche per far sì che tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti ci fosse un primo contatto. Perché le partite erano due: la guerra in Ucraina e quella commerciale. Sulla prima, Trump ha impresso una accelerazione. Ora si attende la risposta della Russia. Ma Meloni può dirsi soddisfatta: «Vedere Donald Trump e Volodymyr Zelensky che parlano della pace al funerale del “Papa della pace” ha un significato enorme», ha detto a Repubblica. E in serata Zelensky ringrazia Meloni per la «posizione chiara sulla guerra».