Il contrappasso partigiano. Quelli che hanno sempre usato il 25 aprile per attaccare i loro avversari, ieri sono stati contestati proprio nella piazza del 25 aprile.
Quelli che hanno sempre usato la Liberazione come una clava per randellare chi non la pensa come loro, ieri hanno trovato qualcuno più duro e puro che li ha insultati e ha provato a zittirli. Quelli che hanno sempre usato l’antifascismo per dare patentini di presentabilità, ieri sono stati accusati di essere impresentabili da quegli estremisti che per tanto tempo hanno coccolato o, nel migliore dei casi, hanno fatto finta di non vede re...
Torniamo in piazza, a Milano. Dove le contestazioni sono iniziate praticamente subito. Il carro del Pd, che stava percorrendo corso Venezia per posizionarsi in vista della partenza della sfilata, è stato preso di mira dai militanti del centro sociale “Il Cantiere”: «Infami, sciacalli, vergognatevi!». E ancora: «Siete dei repubblichini. Siete qui solo perché i partigiani sono morti. Loro non avrebbero mai permesso di lasciare al Partito democratico l’apertura del corteo, si stanno ribaltando nella tomba».
Poi è toccato all’Anpi, che ha dovuto lottare con i giovani palestinesi per prendere la testa della manifestazione.
I pro-pal hanno urlato contro l’associazione dei partigiani, lanciando pure qualche cartaccia e qualche fazzoletto, prima di un accordo tra le parti che ha sbloccato in extremis la situazione.
E infine, tensioni pure in piazza Duomo, dove i giovani palestinesi hanno contestato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dandogli dell’«ipocrita guerrafondaio, bugiardo, venduto e collaborazionista». Grida «buu» e «basta» si sono sentite in particolare quando Landini nel suo discorso ha citato Papa Francesco.
Non sono state delle belle scene. E alla luce di quello che è successo va detto che forse il ministro Nello Musumeci non aveva poi tutti i torti a chiedere di manifestare «con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno». Purtroppo tanti non lo hanno ascoltato. Ma, al di là di questo, è la sinistra che dovrebbe farsi delle domande...
I violenti, nelle piazze del 25 aprile, ci sono sempre stati. Ed è a loro che il governo si riferiva invitando alla “sobrietà”. Però i progressisti hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia: «Le manifestazioni per la Liberazione sono sempre state sobrie, il centrodestra non sa di cosa parla». La realtà, come detto, è piuttosto diversa. Negli anni, a Milano, le contestazioni violente sono state numerose (e su Libero lo abbiamo ricordato anche nei giorni scorsi). Nel 1994 Bossi e i leghisti sono stati accolti con fischi, parolacce e lanci di sassi. Nel 1995 insulti e monetine sono piovuti sulla testa del governatore della Lombardia Roberto Formigoni, con una signora di Forza Italia che ha rimediato 5 giorni di prognosi e tre punti di sutura.
Nel 2006 Letizia Moratti è stata aggredita con insulti e spintoni mentre sfilava col padre 85enne, dovendo abbandonare il corteo. Questo limitandosi ai casi più eclatanti e senza considerare gli attacchi alla Brigata Ebraica, gli scontri con le forze dell’ordine e i cartelli con gli esponenti del centrodestra a testa in giù che si vedono praticamente tutti gli anni. Finché toccava agli altri, comunque, per Pd, Cgil e Anpi non era un grosso problema. Tutto sommato andava bene così. Ora, però, gli estremisti filo-palestinesi stanno prendendo il controllo della piazza. E anche a dem e soci tocca il ruolo dei fascisti. Chissà se almeno adesso apriranno gli occhi... Finisce sempre così, cari compagni: chi di Resistenza ferisce...