C’è un motivo per cui Elly Schlein si è convertita a Papa Francesco, o quantomeno ha provato a offrirgli la tessera del Pd alla memoria. Alla Nazarena serve una grazia. I sondaggi non vanno bene. L’ultimo, quello di Youtrend, dà i dem al 21,8%, un paio di punti sotto le Europee di un anno fa, mentre i suoi principali rivali di coalizione continuano a salire. I grillini sono al 12.5%, due punti e mezzo più del giugno 2024. Cresciuto di un punto rispetto all’anno scorso, al 29,5%, anche Fdi, il partito da battere per arrivare a Palazzo Chigi e con il quale però il distacco sta crescendo anziché diminuire.
Ambizioso piano, quello della papessa dem, che ha problemi d’identità e soffre troppo la concorrenza di Giuseppe Conte, dotato di una leadership personale più forte e di un partito compatto, che gli consente di dare pochi, chiari, messaggi. Elly invece è inguaiata a tenere insieme troppe anime. Per riuscirci, alza i toni dello scontro con il governo, così da un lato mette tutti d’accordo e dall’altro nasconde le divergenze. Comportamento obbligato, che però non basta a convincere. La gente non vota solo contro, bisogna mettere contenuti dentro un partito per farlo crescere, oltre che sparare contro il nemico. La critica costante di Schlein a Giorgia Meloni, più che portare acqua al suo mulino, ha l’effetto di rafforzare e compattare la maggioranza, oggetto dei suoi attacchi.
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E poi, malgrado tutti i tentativi di spostare altrove l’attenzione, il problema della segretaria è proprio il suo partito, che ha al contempo troppe divisioni interne e troppi tentativi di imitazione fuori. Il Pd è diviso nel suo corpo tra riformisti moderati e sinistra quasi estrema, dove ormai stanno i due terzi dei suoi elettori. Viene sempre più al pettine il nodo, il grande errore di fondere Ds e Margherita, la classica somma il cui risultato è una sottrazione. Ma il problema del Pd è anche che ci sono troppi Pd fuori dal partito, da Calenda a +Europa, guardando a destra, fino a M5S, Verdi e Sinistra, se si va in direzione opposta.
Matteo Renzi è cosa a sé invece. Quel 2% che lo vota è composto da fan personali, che avevano dato la loro prefrenza al Pd un paio di volte per lui ma non sono mai stati della ditta. Italia Viva a parte comunque, il concetto è che, se la casa diventa un casino, ci sono tante depandance pressole quali l’elettore dem sconcertato può trovare rifugio provvisorio. I voti in uscita che fanno più male sono quelli ai Cinque Stelle. Elly è cresciuta inizialmente sull’onda dell’entusiasmo per la novità ma soprattutto sul calo grilino. Adesso i ruoli si sono invertiti, è Conte a riprendersi a spese dell’alleata in potenza e rivale in sostanza. La somma dei partiti è più o meno sempre la stessa, un 34-36% periodico.
Alzare i toni dello scontro non aiuta Schlein a recuperare perché, quanto ad aggressività e argomenti demagogici, l’avvocato del popolo è maestro e gode di una piazza più esperta e autorevole. Anche nei messaggi l’ex premier è più incisivo. Ha il vantaggio di non dover rispondere a nessuno mentre la Nazarena, più che aver occupato il Pd, come si proponeva il suo movimento fin dal nome, pare aver indossato un vestito che non le sta su misura. Troppo stretto da una parte, per esempio nelle posizioni di politica estera, sulla guerra, nei rapporti con l’Europa, troppo largo dall’altra, sui temi etici, le politiche del lavoro, i conti.
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Per convincere non serve solo un sistema valoriale, occorrono pilastri programmatici e il Pd, avendo sempre governato, spesso senza che i voti legittimassero l’ampiezza del suo potere e della sua influenza, è poco credibile quando parla di sanità, conti, stipendi. In generale, la segretaria è poco credibile sempre, quando parla. Non solo per colpa sua, ma perché comunica troppe cose e troppo contraddittorie, dovendo abbracciare tutto il suo partito. Sorge poi spontanea la domanda: se fa così fatica a tenere insieme i suoi, come potrà mai tenere insieme una coalizione naturalmente e storicamente litigiosa e infida come quella della sinistra?
Ne consegue, paradosso, il fatto che il democristiano meridionale Conte sia oggi ritenuto più di sinistra della compagna in eskimo Schlein. Elly è vittima di una guerra, in Ucraina, che non vuole ma a cui non sa opporsi, dell’eredità di un governo, Draghi, che non ha sostenuto ma di cui deve pagare il prezzo in quanto leader Pd e di un’ambiguità di partito che non ha saputo sciogliere e che quindi sta diventando personale.