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25 aprile, la sinistra sogna Trump in piazzale Loreto

I progressisti vogliono fare casino in occasione del 25 aprile. Ma non sanno bene da dove cominciare
di Daniele Capezzone giovedì 24 aprile 2025

3' di lettura

No, non serve consultare i bookmakers per azzeccare questo pronostico. Anzi, un’eventuale scommessa registrerebbe quote drammaticamente basse, come accade quando un evento è considerato altamente probabile, ai limiti della certezza. Di che si tratta? Partiamo dal problema, in questo caso: quelli della sinistra vogliono - anzi: devono - fare casino in occasione del 25 aprile. È più forte di loro, non possono trattenersi. Ma non sanno bene da dove cominciare, perché la morte di papa Francesco ha scombinato i piani e il calendario, spostando l’asse emotivo del paese da un’altra parte.

Certo, resterebbe - come refugium peccatorum - la possibilità di scatenare la polemica contro il governo e la decisione di proclamare cinque giorni di lutto nazionale. E infatti dall’altra sera i dichiaratori compulsivi della sinistra (Bonelli, Fratoianni, Magi, in questo caso con contorno di Anpi) hanno iniziato a sparacchiare contro l’esecutivo, tentando di accreditare la tesi che l’estensione del periodo di lutto depotenzi, annacqui, neutralizzi la portata delle celebrazioni della Liberazione.

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Però - parliamoci chiaro- in questo caso la pistola polemica è caricata a salve, o forse addirittura ad acqua. Da un lato, è abbastanza ridicolo dare l’impressione di addossare al governo la colpa della tempistica del decesso di un Papa. E dall’altro, serve molta fantasia per aggrapparsi alla richiesta di “sobrietà” avanzata dall’esecutivo come se si trattasse di una censura, di un diktat, di un editto liberticida. Diciamocelo francamente: a questo amo rozzamente propagandistico rischierebbe di non abboccare neppure il più trinariciuto dei vecchi comunisti.

E allora che si fa? Elementare, Watson: ci vuole un nemico verso cui convogliare le energie negative, gli strali, la vis polemica. Ed è qui che le quotazioni si abbassano rendendo la scommessa scontata: quel nemico “perfetto” non può essere nessun altro se non Donald Trump. Lui, proprio lui, ancora lui: la Bestia Arancione che peraltro sta per atterrare a Roma. E dunque si presta come caprone espiatorio ideale, come bersaglio preferito, come sagoma da colpire selvaggiamente.

Serve un “fascista” da colpevolizzare? Nell’immaginario distorto eppure prevedibilissimo- della sinistra, non c’è nessuno più “fascista” di lui. Nel racconto che ci ammorba da mesi, è lui il padrone nonché il padrino dell’“internazionale delle destre” (mi raccomando: declinare al plurale rende tutto più temibile). È l’autoritario per eccellenza. Il machista per antonomasia. L’arrogante per definizione. Il “cattivo” ideale: più di Meloni e Salvini messi insieme.

Anzi: sparare su di lui può rappresentare un piccolo diversivo, e anche un apparente modo di sospendere o attenuare le ostilità domestiche alla vigilia del funerale di Papa Francesco. Ma un nemico serve, eccome. Del resto, lo scorso weekend i nostri compagni avevano dovuto ripiegare su J.D. Vance. Stavolta invece hanno a disposizione direttamente il numero uno della squadra avversaria, il mostro preferito, peraltro accompagnato da Elon Musk. E così- in una botta sola - si colpiscono presunto fascismo e presunto tecnofascismo. Diranno i lettori più razionali. Ma come? Ma cosa scrivi, caro Capezzone? Per quanto i compagni della sinistra siano ossessivi e ossessionati, non possono ignorare due cose. La prima: che Trump- bene o male - è un leader impegnato in un tentativo di pace. La seconda: che il Presidente Usa - piaccia o no - è il leader della potenza che fu liberatrice dell’Italia nel 1945. Come si fa a presentarlo come un Mussolini globale del nuovo secolo?

Che dirvi, amici lettori? Se fossimo sul terreno della razionalità, queste solidissime obiezioni risulterebbero risolutive. Di più: bisognerebbe andare tutti (io lo farò) a portare un fiore presso i cimiteri italiani dove riposano i soldati angloamericani che sacrificarono la loro vita per noi durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma figurarsi se qualcuno, a sinistra, si farà sfiorare da un’idea del genere.

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Morale: le due obiezioni saranno bellamente ignorate. Come al solito, tra una narrazione (per loro) confortevole, e una realtà (per loro) disarmante, i compagni non avranno alcuna esitazione ad abbracciare la prima e a cestinare la seconda. E continueranno a bersagliare Trump in ogni modo possibile. Forse - ma non ne sono sicuro si prenderanno una pausa giusto tra le 10 e le 11 di sabato mattina, cioè materialmente nei minuti in cui sarà in corso la cerimonia funebre in memoria di Papa Bergoglio. Ma - prima e dopo - il loro sogno è una specie di Piazzale Loreto 2.0, un Trump (in questo caso, solo metaforicamente) esposto al ludibrio e all’oltraggio generale. Sarebbe il grande orgasmo di una sinistra politicamente impotente.

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