La coerenza, diceva Oscar Wilde, è l’ultimo rifugio delle persone prive d’immaginazione. La Schleinha fantasia da vendere. A Montecitorio Elly strilla che «il Papa non merita l’ipocrisia di chi non ha dato ascolto ai suoi appelli», su tutti quelli contro «chi deporta i migranti e nega l’emergenza climatica». Tralasciamo le argomentazioni da assemblea studentesca zeppa di ripetenti. Strali di chi dei dettami della Chiesa se n’è sempre fregato. Veniamo all’insostenibile coerenza della capodem, la pasionaria dei porti spalancati. «I trafficanti di esseri umani», sosteneva Bergoglio, «siano fermati, e non continuino a disporre della vita di tanti innocenti». Il Papa aveva aggiunto: «I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi di morte». Più sono le partenze clandestine – questo lo dicono i dati e prima ancora la logica – maggiore è il numero di morti in mare. Elly però non l’ha compreso o finge di non capirlo, il che sarebbe ancora più preoccupante. Francesco ha inoltre affermato che «le acque del Mediterraneo» non dovevano più essere «insanguinate da tali drammatici incidenti», ma sss, silenzio, nessuno lo riferisca a Elly, e se qualcuno ci tiene almeno abbia un minimo di sensibilità. Certo, il Santo Padre si è sempre speso per i salvataggi in mare – e sarebbe curioso che il vicario di Cristo predicasse il contrario – ma ha pure affermato che «su una cosa potremmo essere tutti d’accordo: in questi mari i migranti oggi non dovrebbero esserci».
La coerenza di Elly non ha limiti. La segretaria del Pd «personalmente favorevole alla gestazione per altri» ha tutti i titoli per omaggiare Bergoglio, lei sì, mica come quegli oscurantisti delle destre. Il Santo Padre era perfettamente allineato con l’Elly-pensiero: «Ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, non può essere soppressa né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo», qui la sintonia con la capodem diventa simbiosi, «ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. È fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino non è l’oggetto di un contratto. Auspico un impegno della comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica». Che è ciò che ha fatto il governo dei retrogradi, ma chi rende edotta la Schlein non ha cuore. C’era una visione comune pure sul mondo Lgbt, sulla «frociaggine», per dirla alla Bergoglio. Sul gender, poi, le posizioni del Papa e di Elly capopopolo del Gay Pride che ora si chiama solo Pride erano sovrapponibili: «L’ideologia gender», questa la linea ufficiale del Vaticano, «è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali». La Dottrina della Fede sostiene che «la vita umana è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender, non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio».
Per la Schlein questo governo vuole togliere il diritto all’aborto e ha catapultato l’Italia nell’Alabama degli anni ’30. “Schlainata” a parte, questo è quanto espresso nel 2016 dal Santo Padre nella lettera apostolica “Misericordia et misera”: «L’aborto è un grave peccato, pone fine a una vita innocente». E poi: «È una sconfitta per chilo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari». Si può essere d’accordo o meno, ma Elly ha coraggio a dare patenti di ipocrisia. Poi certo, in aula ha sottolineato che «rimanevano distanze inconciliabili come sul fine vita o sul diritto all’aborto». Quisquilie. I falsi che ricordano commossi Francesco sono altri. Hasta la coerenza, Elly.