Beppe Sala
"Cosa vuol dire 'sobrietà' bisognerebbe chiederlo al governo": il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha commentato così la decisione dell'esecutivo di autorizzare le cerimonie del 25 aprile ma con la richiesta di sobrietà, perché la ricorrenza cade nei cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. Si tratta, insomma, di un appello a celebrare l'anniversario della Liberazione garantendo comunque un certo rispetto nei confronti di una figura così importante. Il primo cittadino, però, sembra non aver compreso questo invito.
"Non so cosa intenda il governo con 'sobrio' — ha ribadito Sala —. Bisognerà fare una manifestazione ovviamente con il senso che ha il 25 aprile". Il sindaco, poi, ha confermato che l’evento si farà, con l’intento di "ricordare quello che è successo 80 anni fa" e sperando che "sia tutto più tranquillo". In quest'ultimo caso il riferimento è a un anno fa, quando un membro della Brigata ebraica fu accoltellato in piazza Duomo. Invece il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha invitato tutti a seguire l’esempio di papa Francesco per il 25 aprile e ha detto: "Inutile usare mezzi forti per esprimere le proprie idee".
Intanto, c'è stata una spaccatura all'interno della comunità ucraina, che dal 2022 sfila in corteo accanto alla Brigata ebraica. "Il clima del 25 aprile diventa ogni anno più ostile nei nostri confronti - ha spiegato Kateryna Sadilova, esponente della comunità ucraina - per la prima volta si è stati costretti a fare un sondaggio" per chiedere ai membri se fosse opportuno prendere parte alla manifestazione. "L’88 per cento ha votato per la partecipazione. Ma resta il fatto che ci sono state delle titubanze sulla presenza al corteo per il clima di odio nei nostri confronti: nei cortei filo-palestinesi in realtà ci sono anche anti-ucraini - ha aggiunto -. Basta vedere le bandiere che inneggiano all’annessione del Donbass o della Crimea alla Russia. I manifestanti ci definiscono nazisti". Un’altra ragione, ha continuato, è "la posizione ambigua dell’Anpi. Entrambi parliamo di pace, ma a questo termine diamo significati diversi. Per loro pace è sinonimo di resa. Per noi pace è quella che rispecchia i confini nazionali".