Passano i giorni, ma non il mal di pancia della sinistra per il successo della visita statunitense di Giorgia Meloni. Anche ieri vari esponenti dell’opposizione si sono distinti per dichiarazioni roboanti tese a sminuire il ruolo che l’Italia potrebbe avere nello scenario geopolitico del prossimo futuro. Una situazione che inizia a diventare imbarazzante, per loro, tanto che ieri anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha voluto intervenire sulla vicenda: «Voglio esprimere umana comprensione per gli esponenti delle varie sinistre, sconcertati e storditi dal successo della politica internazionale del governo di centrodestra».
Usa l’ironia Gasparri, ma a leggere le dichiarazioni che anche ieri si sono susseguite, sembra l’unica strada possibile. Anche perché non potendo dire che il viaggio è andato male (pure la Von der Leyen si è detta soddisfatta), ecco spuntare le critiche che analizzano il documento finale, disegnando scenari avveniristici. Così Nicola Fratoianni: «Alla fine, dunque, l’abbiamo saputo: non avremo una web tax, peccato per chi ci aveva sperato». Per il suo compagno di alleanza, Angelo Bonelli «l’Italia con Giorgia Meloni ha pagato il pizzo all’estorsione di Trump e dei suoi dazi». Poi se la prende con Vance per il suo viaggio a Roma: «parla di Roma come opera di Dio, ma dimentica che Roma nasce dai villaggi pagani». Prendiamo nota.
Il più criptico di tutti, però, è il vice presidente di Italia Viva, il senatore Enrico Borghi che, testuale, dice a Sky: «Il nostro primo ministro ha ritenuto di ritagliarsi, in questa vicenda storica, il ruolo di ganglio essenziale, strutturale, in terra europea, di quella mappa del potere della nuova destra sociale globale che mira a rivisitare, dal punto di vista culturale e politico, il sistema del balance of power occidentale». Un’analisi che spiega meglio di ogni altra cosa il 2/2,5% nel quale veleggia Italia Viva.
Per i Cinquestelle ieri è stato Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, oggi europarlamentare: «Trump ottiene quello che vuole la Meloni: isolare la Cina, acquistare più gas statunitense e impedire l’introduzione in Ue della web tax per le Big Tech Usa, esattamente quello su cui sta lavorando la Commissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo, che presiedo. Meloni - sentenzia Tridico - tradisce gli interessi nazionali ed europei».
Nella ridda di commenti non poteva mancare il Pd. «La Meloni a Washington ha fatto più che altro un’operazione d’immagine - spiega Antonio Misiani a La Stampa -. Molti sorrisi e complimenti, ma zero risultati concreti». Poi parte con la solita litania: «È essenziale che si avvii immediatamente un negoziato», ma occhio perché «l’unico soggetto titolato a farlo è la Ue». Come se l’Italia non ne facesse parte.