Giorgia Meloni, la stampa estera esalta il suo successo

La missione alla Casa Bianca è un indiscutibile trionfo per il premier: ecco come è stata raccontata sui quotidiani internazionali
di Tommaso Montesanosabato 19 aprile 2025
Giorgia Meloni, la stampa estera esalta il suo successo
3' di lettura

Per una volta conviene partire dal belga Le Soir, che sintetizza così - al di là dei singoli dossier sul tavolo - il “succo” del bilaterale tra Donald Trump e Giorgia Meloni andato in scena giovedì scorso allo Studio Ovale. Riconosce il quotidiano più letto in Belgio, di orientamento liberal-progressista: «Nessun altro leader europeo, a parte l’ungherese Viktor Orbán, avrebbe ricevuto un’accoglienza così calorosa».

Una relazione speciale che potrebbe adesso agevolare l’apertura di un negoziato tra Stati Uniti e Unione europea sui dazi. Del resto Meloni, definita non a caso «apripista», è la «favorita italiana di Trump, il quale detesta invece la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen». Insomma, grazie a Meloni almeno è stato aperto un varco. La visita della premier italiana a Washington è stata seguita con attenzione dai media internazionali. E i giudizi concordano. Per dirla con il tedesco Der Spiegel, che di solito non fa sconti quando si tratta di Italia, Meloni «se l’è cavata bene e può tornare a casa con un risultato notevole».

Ovvero la disponibilità di Trump a recarsi a Roma per cercare un accordo sui dazi. Un risultato ottenuto dosando bene, osserva il giornale tedesco, affinità ideologica e pragmatismo diplomatico. Ecco, se c’è un punto da tenere presente in sede di bilanci post visita, quello è «l’operazione di charme di Meloni» - l’espressione è di un altro giornale tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che infatti nella sua edizione on line si chiede, enfaticamente, «la Meloni farà un miracolo pasquale con Trump?» - con la quale Roma è riuscita ad accreditarsi, in una fase di tempesta tra le due sponde dell’Atlantico, come interlocutore privilegiato di Washington. Meloni è una «leader europea che gli piace». A Trump, naturalmente. «È una dei pochi leader europei graditi a Donald», concorda il New York Times, che certo non ha in simpatia né il presidente degli Stati Uniti, né i sovranisti europei.

Tant’è: la presidente del Consiglio italiana ha centrato l’obiettivo, «a suo agio nella gestione dell’incontro con Trump: nessuna richiesta che potesse provocare tensioni», come invece accaduto con Volodymyr Zelensky. E questo grazie all’abilità di Meloni, che ha impostato il summit richiamando i «temi a lui più cari». Come la lotta all’agenda “woke” e all’immigrazione incontrollata. I due leader «hanno parlato una lingua comune», è la “fotografia” che scatta il britannico The Guardian, che in prima pagina pubblica l’immagine di Meloni e Trump nello Studio Ovale (la stessa scelta dal Wall Street Journal). Il titolo evidenzia il ruolo di “ponte” che sta giocando la premier italiana: «Facciamo l’Occidente di nuovo grande, dice Meloni». Un richiamo allo slogan preferito dal tycoon in campagna elettorale, che la presidente del Consiglio italiana ha girato a suo favore, sottolineando i punti di contatto tra Europa e Stati Uniti più che gli elementi di frizione (anche se sull’Ucraina, ricorda il Guardian, c’è stato «un momento di disaccordo»).

I due principali quotidiani spagnoli - il conservatore El Mundo e il progressista El País - hanno pubblicato sulle loro prime pagine la stessa fotografia: quella che riprende Trump e Meloni, in piedi, all’ingresso della Casa Bianca. Titolo del primo: «Trump promette alla sua “amica” Meloni un accordo con l’Ue». Un riferimento sia al feeling tra i due leader, sia alla trattativa che verrà sulle tariffe. Il secondo, invece, è più cauto, limitandosi a citare l’ottimismo di Meloni, che «confida su un accordo sulle tariffe dopo aver incontrato Trump». Il catalano La Vanguardia, di orientamento liberale, in prima pagina ha la foto nella quale Trump indica Meloni. Titolo: «Trump e Meloni esibiscono la loro sintonia». Il focus è ancora la partita delle tariffe commerciali: «Meloni ha ottenuto un caldo riconoscimento alla Casa Bianca».

Sul tavolo, però, c’è anche un altro dossier, ancora più scottante: il conflitto in Ucraina, a proposito del quale si è registrato l’unico momento di divergenza tra i due leader, quando Meloni ha puntualizzato il suo punto di vista a proposito delle responsabilità della guerra. Ebbene, secondo Izvestija- storico quotidiano russo, fondato a San Pietroburgo e molto vicino al Cremlino Meloni essendo l’«interlocutore ideale» di Trump in Europa potrebbe giocare un ruolo non solo sulle trattative per i dazi, ma anche per favorire una soluzione diplomatica per l’Ucraina. «Potrebbe cercare di promuovere tra i suoi colleghi europei l’approccio americano». Certo, questa posizione è condivisa anche da Ungheria e Slovacchia, «ma il loro peso nell’Unione è sminuito da Bruxelles. La situazione con Roma è diversa».

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