No, non si tratta soltanto di una coincidenza. In un fazzoletto di ore, per un verso Frontex ha certificato un clamoroso calo degli sbarchi e del flusso di migranti illegali verso l’Europa, e per altro verso la Commissione Ue - accogliendo la linea del governo italiano - ha confermato l’intenzione di varare un elenco europeo dei “paesi sicuri”, includendo le destinazioni più significative e ribadendo il buon diritto dei governi nazionali (insidiato dalle invasioni di campo della magistratura) a rivendicare le decisioni in materia di rimpatrio dei clandestini. Naturalmente, non c’è da abbandonarsi ai festeggiamenti: sul primo fronte, la bella stagione sta per arrivare e sarà quello lo stress -test più significativo rispetto all’andamento degli sbarchi; mentre sul secondo fronte, siamo ancora davanti a una bozza, non a un documento definitivamente approvato.
Ma - messi nero su bianco questi doverosi elementi di cautela siamo in presenza di due novità significative e pressoché prive di precedenti sul piano della volontà politica europea. Si tratta, al tempo stesso, di un rotondo successo politico del nostro governo, e di una secca sconfitta delle opposizioni di sinistra. Le quali - ecco il punto sono ormai abbastanza isolate in Ue. Resiste, sulla linea dell’accoglienza estrema, il governo spagnolo (a onor del vero, più nelle parole che nei comportamenti effettivi). Ma per il resto, quasi ovunque, il realismo e le convergenti richieste degli elettori paese per paese- stanno portando a una stretta verso l’immigrazione illegale. A destra e perfino a sinistra. Inutile girarci intorno: alla fine il principio di realtà si fa strada. E andare davanti agli elettori di qualunque nazionalità cantando la canzone dell’accoglienza senza limiti è ormai un clamoroso boomerang, un esercizio di autolesionismo politico-elettorale al quale non si abbandona più quasi nessuno, se si eccettua il famigerato “pentagono” Schlein-Landini-Magi-Bonelli-Fratoianni.
Immigrazione, la lista dei Paesi sicuri sblocca i centri in Albania
A leggere la lettera in tema di contrasto all’immigrazione, che Ursula von der Leyen ha inviato ai capi di Stato i...Curioso contrappasso, dunque. A inizio legislatura, dalle parti della nostra sinistra politica e mediatica, si sognava lo scenario di Meloni e Salvini isolati in Europa, e particolarmente colpevolizzati proprio sul versante dell’immigrazione. Al momento, sta accadendo esattamente il contrario: la linea italiana della difesa dei confini esterni, delle misure di potente dissuasione degli sbarchi illegali, e di un adeguato elenco politico (non giudiziario) di paesi sicuri verso cui i rimpatri sono praticabili, sta diventando la posizione maggioritaria. Naturalmente occorrerà battagliare ancora e vigilare. Ma la strada pare tracciata. E per una volta, davanti alla linea dell’accoglienza illimitata, si potrà dire che non “ce la chiede l’Europa”. Al massimo “ce la chiede il Pd”. Anzi: “ce la chiede solo il Pd”.