Pd, rivolta contro Bettini: "Deriva preoccupante"

di Elisa Calessigiovedì 17 aprile 2025
Pd, rivolta contro Bettini: "Deriva preoccupante"
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Basta con la «mediazione continua». Su pace e guerra «non si può». Quanto al riarmo di von der Leyen, votato da metà Pd in Europa, ben ha fatto Elly Schlein a contrastarlo perché «nasconde un vuoto di idee». Le parole consegnate da Goffredo Bettini al Fatto Quotidiano riaprono la faglia che attraversa il Pd e che non si è affatto chiusa. Quello che fu uno dei fondatori del Pd, attacca a testa bassa il piano europeo, sostenendo sia una «rinuncia ad un ruolo mondiale del vecchio continente e della missione fondativa su cui poggia l’Ue». Non solo. «Trovo insopportabile» ha aggiunto, «la litania contro il pacifismo asservito a Putin. È un’'idiozia bugiarda». L’esponente dem promuove a pieni voti, invece, la segretaria: «Se non ci fosse stata la guida della Schlein accorta, sobria, ma tenace nel tenere il dissenso su von der Leyen, probabilmente il Pd sarebbe esploso». Quanto alle posizioni differenti che si sono espresse su questo argomento, «su un tema cruciale come la pace e la guerra un partito non può vivere nella mediazione continua. Ad un certo punto occorre decidere». Dunque, è bene che si arrivi a un «chiarimento interno, che servirebbe, in verità, anche tra i socialisti europei, investiti da un ripiegamento nazionalistico».

Immediata è stata la reazione di Pina Picierno, eurodeputata del Pd e vicepresidente del Parlamento europeo, che insieme a una decina di europarlamentari ha votato a favore del piano presentato da Von der Leyen: «Mi sono immersa nella lettura dell’ennesima intervista a Goffredo Bettini divenuto ormai un genere letterario il “Pdsplaining”», ha scritto su Twitter. E ha definito le pagine dell’intervista il concentrato di «una deriva preoccupante, un ripiegamento identitario lontano anni luce dal Pd delle origini che non preoccupa tanto per l’atteggiamento intollerante verso il pluralismo interno», ma per la «creazione di una alternativa credibile alle destre di Meloni e Salvini perché si allontana da un pensiero riformista».

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Oltre a lei è intervenuto anche il senatore Filippo Sensi, che in questi mesi si è distinto, anche scontrandosi con il suo partito, per la difesa ferma dell’Ucraina e della linea europeista: «Non è una novità, ma con rispetto: non condivido neanche una parola una, neanche una sillaba, della intervista di Goffredo Bettini oggi. Penso l'opposto: che l'unità sia un valore da vivificare, che l'Europa sia la nostra Costituzione materiale». E ha commentato anche Carlo Calenda, citato nell’intervista nel ruolo di “autoescluso” al campo largo: «Bettini resuscita il comunismo antioccidentale e antieuropeo come via verso il Conte tre. Auguri di cuore a tutti i riformisti del Pd». A difendere Bettini, invece, è stato Roberto Morassut, deputato del Pd, secondo cui «la pace si può ottenere e preservare grazie ad una forte iniziativa politica e diplomatica dell'Europa». E la «difesa comune», che serve, «è cosa ben diversa da un riarmo generalizzato». Quanto alle posizioni nel Pd «che vengono definite riformiste», per Morassut spesso «finiscono per essere estremiste» in quanto «vedono solo nella opzione militare la via per la sicurezza dell'Europa».