Monfalcone, la "Fatwa" degli Imam contro Anna Maria Cisint

L’Unione delle comunità islamiche italiane attacca l'ex sindaca di Monfalcone: "Una politica mediocre e dannosa. Ha vinto solo alimentando divisioni"
di Massimo Sanvitomercoledì 16 aprile 2025
Monfalcone, la "Fatwa" degli Imam contro Anna Maria Cisint
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La “fatwa” è un piatto da servire caldo, misto al rancore della debacle. Ai fornelli c’è l’Ucoii, ovvero l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, che prova a cucinarsi Anna Maria Cisint, ex sindaco di Monfalcone nonché europarlamentare della Lega e neo consigliere comunale nella cittadina friulana della lista che porta il suo nome, colpevole di non voler cedere alla sharia nelle istituzioni, alla poligamia come prassi e all’inesistente trasparenza dei famigerati centri culturali che altro non sono che moschee abusive.

«È il risultato di una campagna elettorale che ha saputo intercettare le paure e le insicurezze di una parte della popolazione, alimentando un clima di divisione e contrapposizione. Si è giocato molto sulla percezione di un’emergenza che, a mio avviso, è stata ampiamente strumentalizzata per fini politici», dice all’Adnkronos Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, quando le urne hanno ormai già certificato l’impietosa sconfitta di Italia Plurale, il partito islamista fondato da Bou Konate (il senegalese per cui le donne devono «andare in giro velate e soprattutto non devono essere sole»). I musulmani d’Italia non accettano la sconfitta, un po’ come fa la sinistra da qualche anno a questa parte, ma anzi contrattaccano: è colpa degli elettori che sbagliano a votare e a fidarsi di Anna Maria Cisint.

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«La sua mediocrità politica è stata evidente nel suo approccio divisivo e nel suo fallimento nel promuovere una vera integrazione. La narrazione dell’ex sindaca, a mio avviso, è stata fortemente distorsiva e dannosa. Ha dipinto un quadro apocalittico che non corrisponde alla realtà, alimentando stereotipi e pregiudizi», prosegue Lafram. E ancora: «L’integrazione è un processo complesso che richiede impegno da entrambe le parti, ma è possibile e necessaria. I musulmani a Monfalcone, nonostante i continui attacchi, contribuiscono positivamente alla comunità locale. Le tensioni sono state esacerbate da una politica che ha preferito la divisione al dialogo, in un tentativo di guadagno politico personale».

Sarà mica che il 70 per cento e oltre dei cittadini di Monfalcone che ha votato per il centrodestra sia composto solo e soltanto da esseri non senzienti? «Le elezioni hanno espresso la volontà popolare, e come tale va rispettata. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la rappresentanza delle diverse componenti della società è essenziale per una democrazia sana», sottolinea il presidente dell’Ucoii. L’integrazione, però, presume il rispetto della legge italiana e non di quella coranica. Gli islamici di Monfalcone, in gran parte bengalesi (sono praticamente un quarto dei residenti totali quelli che vengono dal sud est asiatico), possono garantirlo?

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Anna Maria Cisint, già sindaco per otto anni e mezzo dopo settant’anni di amministrazioni rosse e miss preferenze in questa tornata con 1.609 voti personali, non ci sta e spiega a Libero: «Al contrario di quanto pensi l’Ucoii, i cittadini di Monfalcone hanno occhi per vedere, orecchie per sentire e cervello per pensare: o li reputano tutti stupidi, visto il grande risultato della nostra coalizione, oppure bisogna avere rispetto del loro voto. L’Ucoii farebbe bene a spiegare come mai non hanno mai voluto firmare un’intesa con lo Stato italiano». Ne ha anche per la sinistra l’europarlamentare della Lega: «Finché non si renderà conto del baratro in cui vuole portarci, saranno i cittadini a ricordarle quello che sta succedendo: dalla lista che vuole portare la sharia nelle istituzioni alla poligamia contratta nei Paesi d’origine e importata con tanto di certificati di matrimonio, fino alle tre sentenze del Consiglio di Stato che ci hanno dato ragione sull’irregolarità di quei centri islamici che non rispettano né le regole urbanistiche né quelle relative ai finanziamenti. E poi il Pd...».

Tra idem, il più votato è stato il bengalese (consigliere uscente) Sani Kamrul Hasan Bhuiyan. «Idem vanno a caccia di consensi tra gli islamici senza capire che questi vogliono sostituire la nostra cultura con la loro. E infatti poi organizzano liste proprie... Rischiamo di scomparire. I musulmani hanno strumenti pazzeschi, come il rapporto numerico e la necessità di dominio: lo abbiamo già visto in Francia e in Belgio. La sinistra, sottovalutando i rischi, è responsabile di tutto ciò», chiude Cisint. Monfalcone non si piega all’islam politico ma sa benissimo che non può dormire sugli allori. La “fatwa” è partita e il futuro preoccupa. Cosa succederà tra cinque anni? E tra dieci? In gioco c’è la libertà. Ed è vietato perdere.