Franceschini, escluso dal Premio Strega? Sinistra in tilt

Il Premio Strega quest’anno ha destabilizzato e forse scardinato parecchi equilibri nel mondo editoriale
di Lucia Espositomercoledì 16 aprile 2025
Franceschini, escluso dal Premio Strega? Sinistra in tilt
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Il Premio Strega che nel tempo ci ha abituato ai finalisti prevedibili e alle vittorie annunciate, quest’anno - almeno nella scelta della dozzina sulle ottantanove candidature - ha destabilizzato e forse scardinato parecchi equilibri nel mondo editoriale. Scorrendo i dodici titoli che continuano la loro corsa verso la serata finale del 3 luglio, colpisce l’esclusione delle case editrici grandi e blasonate - La nave di Teseo, Einaudi, Adelphi - a favore di quelle piccole e medie e mancano all’appello quei libri che nel pissi pissi dei giurati e degli addetti ai lavori erano indicati fino a ieri mattina come papabili.

Prima di tutto l’esclusione del dem Dario Franceschini e del suo libro Aqua e tera (La nave di Teseo), un’assenza che ha fatto storcere il naso al mondo dell’intellighenzia illuminata per cui l’ex ministro della Cultura era proiettato già nella cinquina. Noi invece riteniamo sia giusto così perché - al di là del valore letterario del suo romanzo e senza alcuna considerazione di merito- sarebbe stato inopportuno se il premio lettarario più importante fosse andato a un ex ministro della Cultura. Ma se Franceschini esce dalla competizione, un altro ex ministro di via del Collegio Romano, Walter Veltroni, romanziere, documentarista, expresidente della giuria del Premio Campiello (il più diretto concorrente dello Strega), e ora giurato del premio della famiglia Bellonci ha indicato e si è visto accettare la candidatura del libro da lui proposta: quella del romanziere esordiente Michele Ruol, medico anestesista, autore di Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, pubblicato dalla piccola casa editrice TerraRossa.

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Tornando agli esclusi eccellenti, troviamo Michele Masneri con il suo Paradiso. Acclamato, acclamatissimo, dalla critica e amato, amatissimo, dai giornalisti- peraltro uno dei pochi nomi italiani nel raffinato catalogo Adelphi - ma che la scorsa estate il nostro Luca Beatrice, nuotando come sempre controcorrente, aveva recensito su questo giornale dicendo quello che nessuno ha avuto il coraggio di dire: «Il romanzo, avendo scelto una struttura narrativa non forte, si irrobustisce attraverso i nomi fighi, poeti, artisti, nobili veri e falsi, quelli dei locali, dei posti da frequentare. Fin qui sembra un libro costruito anzi architettato per piacere agli addetti ai lavori, che a Masneri sono il pubblico che davvero interessa, certo non aspirerebbe mai a un successo tipo Di Pietrantonio, troppo snob». Troppo lontano dal pubblico, a differenza della terza esclusa, Nicoletta Verna della scuderia Einaudi che, con il suo potentissimo Giorni di Vetro, era sostenuta non solo dalla critica ma soprattutto dalle oltre cinquantamila copie vendute, in continua e costante crescita.

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Una dozzina sorprendente che, tuttavia, non scompagina i pronostici per il podio. I favoriti sono Andrea Bajani con L'anniversario (Feltrinelli), Paolo Nori con Chiudo la porta e urlo (Mondadori) e Nadia Terranova con Quello che so di te (Guanda) ma sarebbe bello se anche la serata finale spiazzasse tutti e vincesse, per esempio, Wanda Marasco con Di spalle a questo mondo (Neri Pozza). 

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