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Dalla Meloni minacciata agli ultrà verdi: ormai la violenza in politica non stupisce più

A sinistra orma il fine, che sia l’ambientalismo o il pacifismo, giustifica il mezzo
di Lorenzo Mottola lunedì 14 aprile 2025

3' di lettura

Qualcuno potrebbe scomodare Full Metal Jacket e le teorie junghiane sul dualismo dell’uomo per spiegare le minacce dei pro-Palestina di Milano, ma la verità è molto più banale. E non per ciò meno pericolosa e degna di nota. A preoccupare, infatti, non è che un signore a volto coperto per chiedere la pace inneggi all’omicidio del presidente del Consiglio italiano, che peraltro non è esattamente responsabile delle cose di Gaza. A sorprendere è il fatto che la cosa tutto sommato non desti più troppo stupore.

Non commuove i quotidiani: per fare un esempio, su Avvenire la questione è finita in coda a una breve di 10 righe a pagina 9 titolata in maniera vaga “tensioni a Milano”. Non colpisce i politici, perché come rilevava Fratelli d’Italia pochi hanno sentito l’esigenza di intervenire sull’argomento. E tra i politici intervenuti troviamo quelli di Sinistra Italiana, ma per il semplice fatto che anche esponenti del partito di Fratoianni erano presenti al corteo. Poi c’è il sindaco di Milano Giuseppe Sala, cui molto spesso calza alla perfezione il ruolo di ciliegina sulla torta, quando la torta in questione è rappresentata dalle bestialità.

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«Al di là di un po’ di distruzioni e di danni, quella scritta nei confronti del Presidente del Consiglio ha gettato una nebbia su tutto quello che poteva essere anche una giornata con un po’ di senso». Come dire, le minacce no, ma comunque va bene paralizzare mezza città, tirare sassi e imbrattare, se la causa è giusta. Parola del sindaco. E c’è da tener presente che come lui la pensano in tanti: la questione è stata molto discussa sui social network. Incredibile il numero di persone che ha sentito la necessità di scrivere un tweet per minimizzare le minacce a Giorgia Meloni e il contorno di tensioni. Il messaggio è sempre lo stesso: «Con tutto quel succede in Palestina pensate a una scritta». Solo una scritta e qualche sasso.

Oggi siamo tornati a ragionare così. Per capire forse è utile citare una delle principali novità tra i movimenti degli ultimi anni: Ultima Generazione. Parliamo, come noto, della costola nata dall’esperienza politica di Greta Thunberg. Una costola che si è distinta subito per la sua deriva irritante, tra imbrattamenti di opere d’arte e blocchi stradali utili solo a inquinare ulteriormente e far impazzire dal nervoso i poveracci intrappolati nel traffico. Riguardo ai contenuti di questi ultrà verdi, nelle ultime settimane stiamo assistendo a un’altra escalation: siamo arrivati anche alle campagne contro la Nutella perché sarebbe un cibo poco salutare (con tanto di blitz nei supermercati) e contro il ristorante di Cracco, considerato colpevole di promuovere un tipo di ristorazione troppo esclusivo (come se Cracco costringesse la gente a mangiare pizze da 50 euro con la pistola alla tempia). Vada sé, dire idiozie è un sacrosanto diritto nelle democrazie moderne ed è giusto che anche Ultima Generazione ne goda.

Proprio perché siamo in democrazia, però, la domanda sorge spontanea: ma se credono che sia giusto mettere al bando la Nutella, perché non si candidano e lo mettono nel loro programma invece di insistere con azioni che – per quanto ridicole – rappresentano comunque una violenza nei confronti del prossimo? La risposta – per questo come per altri movimenti- è evidente, si sta imponendo un vecchio modo di ragionare: il fine, che sia l’ambientalismo o il pacifismo, giustifica il mezzo. Alla fine, sono i nuovi comunisti. 

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