L'agenzia S&P ha alzato il rating dell'Italia a BBB+ da BBB con outlook stabile. È quanto è emerso dalle tabelle postate sul sito dell'agenzia. La decisione dell'amministrazione di Donald Trump di sospendere per tre mesi i dazi al 20% sui prodotti Ue e imporre tariffe del 10% "significa che l'impatto sull'economia dell'Italia sarà gestibile, parzialmente attenuato dall'accelerazione degli investimenti pubblici e dagli stimoli di bilancio tedeschi", ha affermato S&P. E a sinistra rosicano come matti.
"Avevamo capito da tempo che Meloni era la beniamina dei poteri forti transnazionali", "tutti proiettati verso investimenti militari. Non ha mai scontentato le banche", "dovunque ci sono poteri forti il governo si accoda", "queste valutazioni erano nell'aria. Noi dobbiamo batterci per i cittadini non per poteri forti. C'è tanto da fare per la sanità disastrata, per la scuola. Abbiamo da rimboccarci le maniche", ha tuonato il leader del M5s Giuseppe Conte in collegamento con la festa del Movimento Sardegna.
Stesso discorso per il Pd. "La destra festeggia il giudizio positivo di Standard & Poor ma evita accuratamente di parlare di altri dati molto negativi: quelli riguardanti la vita reale degli italiani. I 25 mesi consecutivi di calo della produzione industriale. La cassa integrazione in crescita. Le stime di crescita del PIL nel 2025, dimezzate rispetto alle previsioni di pochi mesi fa. E l’andamento molto preoccupante tra il 2022 e il 2024 di una serie di indicatori di benessere sociale, riportati nel Documento di Finanza Pubblica approvato dal governo pochi giorni fa, dalla disuguaglianza di reddito alla speranza di vita in buona salute alla nascita fino all’indice di criminalità predatoria. Di fronte a questi numeri, le chiacchiere e il trionfalismo stanno a zero. La realtà è che migliora il rating finanziario ma peggiora il rating della vita reale dei cittadini”. Così in una nota Antonio Misiani della segreteria del Partito Democratico, responsabile Economia.