Gualtieri, spieghi perché ha pagato la piazza pro Europa con i soldi dei romani

Da giorni si parla delle spese incredibili per la manifestazione costata alle casse del Campidoglio oltre 300mila euro, ma il sindaco continua a tacere
di Francesco Storacesabato 12 aprile 2025
Gualtieri, spieghi perché ha pagato la piazza pro Europa con i soldi dei romani
3' di lettura

Caro Gualtieri, non va affatto bene. Sono giorni che si è tornati a parlare delle spese incredibili per la piazza “per l’Europa” costata alle casse del Campidoglio 300mila euro e passa, e il sindaco continua a tacere. O meglio, ne ha parlato una volta e via, “rivendicando” la follia. Poi si sono squadernati i fascicoli, in Procura e alla Corte dei Conti. Quest’ultima, più solerte, ha già chiesto le classiche carte entro trenta giorni al comune di Roma e la Guardia di Finanza si è affacciata a Palazzo Senatorio per uno dei suoi classici blitz.

E lui, Gualtieri? Niente, continua a non spiaccicare neppure una parola davanti all’assemblea capitolina. E ieri il capogruppo della Lega Fabrizio Santori si è arrabbiato e lo ha detto senza alcun timore: «È inaccettabile che, a distanza di settimane dalla richiesta ufficiale di tutti i capigruppo di opposizione perla convocazione di un consiglio straordinario sulla manifestazione del 15 marzo, la Presidenza dell’Assemblea Capitolina non abbia ancora fissato la seduta. Un silenzio assordante che, dopo l’apertura delle indagini da parte della Corte dei Conti, della Procura e ora anche con l’arrivo della Guardia di Finanza in Campidoglio, diventa ancora più grave e preoccupante».

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E del resto le ultime notizie sulla Fiamme Gialle al Comume per acquisire documenti relativi all’utilizzo di troppi fondi pubblici per la manifestazione europeista promossa da Repubblica non possono essere messe da parte. Per Santori «il centrosinistra continua a scappare dal confronto istituzionale, evitando ogni forma di trasparenza, ma ora non ci sono più alibi: il sindaco Gualtieri deve presentarsi in Aula Giulio Cesare, chiarire di fronte a tutti i romani le scelte assunte, mostrare gli atti - se esistono - e prendersi le proprie responsabilità».

«La città merita risposte. Non permetteremo che questa vicenda venga insabbiata. Chiediamo con forza la convocazione immediata del consiglio straordinario, così come previsto dal regolamento», ha tuonato il consigliere. Un ragionamento ineccepibile a cui rispondono con orecchie da mercante. Il che fa pensare a cosa ci possa essere sotto, chi e perché abbia pensato di poter violare persino le procedure alla base della spesa di ogni singolo euro in una qualsiasi pubblica amministrazione, a partire da quella capitolina. Ma la sinistra - Gualtieri in testa pensa di poter fare quello che vuole, ma non è così.

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Inoltre, nessuno ha spiegato perché - se quella manifestazione di metà marzo era così importante da finanziarla - non ci sia stato un solo atto di indirizzo da parte della giunta o dell’assemblea capitolina per impegnare il sindaco. Sarebbe bastata la classica memoria di giunta. Invece, abbiamo dovuto scoprirlo noi, a furia di articoli per scoprire la verità. Ma anche buona parte della politica non ci sta e sollecita gli inquirenti con i suoi esposti, Santori ma anche Gasparri, Bignami, Raggi.

Non vogliono neanche far svolgere un dibattito trasparente e alla luce del sole davanti ai consiglieri comunali. Che cosa nasconde il sindaco? Perché non si precipita in Aula Giulio Cesare a spiegare, uno per uno, se i dubbi sollevati hanno fondamento o meno. No, scappano dal confronto. Sono quelli che pretendono di dettare democrazia a ciascuno e poi dimenticano di esercitarla. 

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