Il prossimo candidato governatore del Pd in Veneto? Uscirà dal Covid. E potrebbe essere Antonella Viola. L'atmosfera si scalda dopo la sentenza della Consulta che ha decretato come "incostituzionale" la legge regionale della Campania sul terzo mandato. Game over per il governatore Vincenzo De Luca, quindi, ma fine corsa anche per Luca Zaia, il Doge e presidente della Regione Veneto che se rieletto giungerebbe peraltro al quarto mandato.
Non sarà così, e con la sua uscita di scena si aprono praterie. La sua vittoria, infatti, sarebbe stata quasi scontata. Ora invece la Lega vuole blindare la candidatura e resistere alle tentazioni di Fratelli d'Italia e Forza Italia. Nel centrosinistra, invece, si pensa (o almeno si spera) alla ritrovata contendibilità della regione, con un voto che potrebbe arrivare già in autunno e non più, come chiedeva Matteo Salvini, nel 2026 dopo le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
Secondo il Corriere della Sera, sono due i nomi valutati al Nazareno come sfidanti della maggioranza di governo: il primo, quello del microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore eletto nel 2022 con i dem da "indipendente", diventato famoso nel 2020 come ideatore del "modello Vo' Euganeo" che in qualche modo sbarrò la strada al coronavirus nel Veneto, evitando la strage stile-Lombardia.
All'epoca Crisanti era collaboratore scientifico di Zaia, poi i due ruppero abbastanza clamorosamente. Il diretto interessato si era di fatto auto-candidato, non convincendo però i big del partito. Il secondo nome, suggestivo perché in qualche modo legato sempre a quel periodo storico, è quello della Viola appunto, scienziata che negli ultimi anni anche nelle sue ospitate tv è spesso uscita dall'ambito medico per sentenziare su politica, centrodestra, diritti, patriarcato. Insomma, il perfetto pedigree del Pd era Schlein. D'altronde, in una regione da anni governata con numeri amplissimi dal centrodestra, il Pd sembra aver smarrito la capacità di coltivare dirigenti apprezzati sul territorio e preferisce puntare sulle "figure civiche". Anche perché un esponente della società civile, sottolinea sempre il Corsera, "ha il grandissimo vantaggio di placare i «soci di minoranza»".
Se la Viola dovesse rifiutarsi, sarebbe già pronto un piano B: in corsa per Palazzo Balbi ci sarebbe infatti Achille Variati, il cui profilo viene descritto dal Corriere della Sera con queste parole: "Padre nobile dei dem veneti, incarnazione della sensibilità quasi dorotea del partito, già sottosegretario all’Interno e storico sindaco di Vicenza. Non proprio il nuovo che avanza, insomma.