È un primo passo», «abbiamo iniziato un percorso perla regolamentazione». Quando leggi che la sindaca di Firenze Sara Funaro e l’assessore al Turismo e al (Non) Sviluppo Economico Jacopo Vicini commentano così un Regolamento (chiediamo scusa per l’inflazione di maiuscole, ma sono la rappresentazione grafica della forma mentis di lorsignori) zeppo di divieti, cavilli, dettagli sezionati e libertà compresse, ti rendi conto che la loro idea di proprietà privata sta un filo a sinistra di Vladimir Il’i Ul’janov, detto Lenin. Il Regolamento in questione è quello che intende farla finita con quest’insopportabile stortura del mercato, per cui un proprietario di un bene immobile di dimensioni ridotte può persino « affittarlo a un cliente liberamente interessato per un numero di giorni contenuto. “Affitti brevi”, li chiamano con lo stesso tono con cui i progenitori sovietici dicevano “kulaki”.
Di seguito, le norme principali con cui l’illuminato Comune fiorentino intende colpire questo rigurgito borghese. Anzitutto, si potranno adibire a locazione turistiche esclusivamente gli appartamenti di almeno 28 metri quadrati. Se hai un immobile di 27,8 metri quadri, per te la libertà d’iniziativa economica non vale, ché già mettiamo le cose in (rosso) chiaro. Ma siamo al riscaldamento, è nelle postille che la furia regolatoria dei compagni gigliati dà il meglio: le camere singole devono essere minimo di 9 metri quadrati, le camere doppie di minimo 14 metri quadrati, le cucine abitabili da almeno 9 metri quadrati, i servizi igienici di almeno 2,5 metri quadrati con larghezza minima di 1,20 metri (al momento non risultano indicazioni sul colore degli asciugamani, ma non vorremmo dare idee involontarie).
Firenze, i frati pronti a occupare l'ex caserma: cosa c'è dietro al caso clamoroso
Sono pronti a dare battaglia. Se del caso pure «a occupare l’ex distretto militare qualora iniziassero i lav...Viene quindi istituito un apposito Registro comunale delle locazioni turistiche, che basandosi sullo snello apparato normativo di cui sopra rilascerà autorizzazioni dalla validità... quinquennale (e qui gli amministratori progressisti si saranno commossi, rievocando i Piani di analoga durata degli avi bolscevichi). Non solo: sarà attiva una task force dedita a (letterale nel comunicato del Comune) “controlli sempre più capillari” (il vostro cronista non è riuscito ad appurare se si chiamerà direttamente Ceka). Infine, il vero capitolo che provoca un fremito ai dirigisti compulsivi di ogni latitudine, le sanzioni: sono previste multe dai 1000 ai 10mila euro per i “titolari di attività fuori regola”. Per chi pensasse che quantomeno non può andare peggio di così, arriva il commento entusiasta dell’ex sindaco e attuale europarlamentare piddino Dario Nardella: «Firenze sta andando nella direzione giusta, rimane il problema di una legge nazionale, ma Bruxelles arriverà prima di Roma». Il prossimo obiettivo “democratico”, insomma, è portarci in casa direttamente il Soviet europeo.
A proposito invece di “leggi nazionali”: il Regolamento fiorentin-moscovita si richiama a un decreto ministeriale del 1975, che fissava i limiti per l’attestato di abitabilità degli immobili, decreto nel frattempo superato dal Salva Casa del ministro Salvini, che porta l’agibilità (concetto di per sé già più elastico) a 20 metri quadrati. Ma soprattutto: gli appartamenti che non rientrano nei limiti non ottengono, appunto, il certificato di agibilità, ma non esiste alcun divieto nazionale ad affittarli. Semplicemente, in sede di contratto si specificherà l’assenza del certificato, ma se s’innesca quella legge spontanea del mercato nota come incastro di domanda e offerta, lo Stato non ha nulla da eccepire. La Repubblica Socialista Sovietica di Firenze, invece, sì. E attenzione: è solo il primo passo. Fossimo in un proprietario di casa in riva all’Arno, valuteremmo seriamente la fuga. Tolto (forse) la Corea del Nord, andrebbe bene più o meno ovunque.