Arianna Meloni fa delirare la sinistra

M5s e Avs travisano l'intervista della sorella del premier al nostro quotidiano. Per loro "nega la formazione affettiva per ideologia"
di Francesco Storacegiovedì 10 aprile 2025
Arianna Meloni fa delirare la sinistra
3' di lettura

Ti piace la politica? Falla, ma senza parlare. Le tue opinioni non le devi esprimere, persino se sei alla guida sostanziale del partito che esprime la presidente del Consiglio. Arianna Meloni, storia di un pregiudizio odioso. In questo Paese possono nominarsi a vicenda moglie e marito in un partito di estrema sinistra, possono andare in Parlamento - in Camere separate - un ex ministro e la sua giovane consorte; ma la sorella di Giorgia Meloni, militante della destra italiana da una vita, non deve dire la sua. E poi su cosa? Famiglia, scuola, educazione. È bastata l’intervista rilasciata ieri ad Annalisa Terranova su Libero per mandare in tilt la sinistra del pensiero labile. Tacere, dunque, e perché? Eppure le parole di Arianna Meloni sono state davvero precise, chiare, fondate su principi e tradizione culturale. A partire dal rispetto per le donne.

POSIZIONI NETTE
La violenza di genere rappresenta «un’emergenza e contrastarla deve essere una priorità». «È significativo- rileva la responsabile del tesseramento e della segreteria politica di Fratelli d’Italia - che nel nostro codice penale venga introdotto il delitto di femminicidio come reato autonomo, che viene sanzionato, appunto, con l’ergastolo. Ma non solo. Si prevedono anche aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Insomma, sulla violenza contro le donne vogliamo invertire definitivamente la rotta e vogliamo farlo quanto prima». «I numeri - prosegue - ci dicono chiaramente che c’è un problema anche di tipo culturale. Dunque, credo che dobbiamo lavorarci ad ogni livello, non solo politico. Anzi, sono fondamentali soprattutto la famiglia e la scuola».

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Basta tutto questo per fare impazzire la compagnia cantante chiamata sinistra. Quella che ogni giorno, ad esempio, ulula al patriarcato. Dice Arianna Meloni: «Sicuramente il patriarcato esiste in alcuni contesti religiosi e culturali che pure in Occidente ci sono. Faccio un esempio: Saman Abbas viveva in Italia, voleva studiare, voleva essere libera e indipendente. È stata uccisa dalla sua famiglia perché voleva vivere all’occidentale». Non lo si può dire? Pare di no. L’ufficio stampa dei Cinquestelle fabbrica una dichiarazione dei parlamentari della commissione cultura - come fossero un collettivo universitario - e la spara grossa: «Oggi scopriamo che Arianna Meloni oltre che sorella di Giorgia è anche psicologa e pedagoga improvvisata»: eleganza come primo punto, potremmo aggiungere. Per loro se, «l’educazione ai sentimenti e all’affettività spetta prioritariamente alle famiglie significa, nei fatti, negare il ruolo della scuola e lasciare indietro migliaia di ragazze e ragazzi». Lo affermano con una naturalezza invidiabile, stravolgendo le parole di una donna che attaccano solo perché è proprio la sorella della premier.

INCOMPRENSIBILE
Alla compagnia pentastellata non può non unirsi il plotone di Avs, con la sua esponente Fiorella Zabatta, che fotocopia con l’antico e glorioso ciclostile la presa di posizione degli umoristi contiani e dice la stessa cosa, incomprensibile ai più. In pratica, affermare il primato della famiglia significa svilire il ruolo della scuola. Roba da pazzi, da somari. È davvero uno spettacolo penoso quello messo in scena da una serie di personaggi che per farsi notare hanno bisogno di attaccarsi ad un cognome. Il tentativo di diventare celebri sfruttando le posizioni altrui è scoperto come la storia del mondo: con una differenza sostanziale, che è anzitutto etica.
Arianna Meloni non ha usato potere per accumularne a sua volta. È rimasta la militante di un tempo, con un carico di responsabilità in più. Onorevole senza bisogno di averne il titolo...