Infangato e innocente. Potrebbe essere il titolo del prossimo libro di Gennaro Sangiuliano. Il tribunale dei ministri ha infatti archiviato il procedimento che vedeva l’ex ministro della Cultura accusato di peculato e rivelazione di segreti d’ufficio. Alla legittima soddisfazione del protagonista- «Sono stati per me mesi di grande tormento. Ho trovato sulla mia strada magistrati competenti e di grande professionalità»-, fa da contraltare l’amarezza per quanto accaduto. Al di la delle implicazioni personali, infatti è stata proprio l’apertura di quell’inchiesta a convincere Sangiuliano a dare le dimissioni e la Meloni ad accettarle. Ora che quelle accuse sono cadute resta il fango. Quello che soprattutto la sinistra ha gettato a piene mani sull’uomo Sangiuliano.
Facciamo un passo indietro. La vicenda è quella stra-nota che ha come protagonisti l’allora ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. A presentare l’esposto era stato l’esponente di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e faceva riferimento alla «pubblicazione di documenti riservati» da parte della donna e il suo utilizzo «di mezzi e servizi dello Stato, inclusa l’auto della scorta». I giudici che si sono occupati della vicenda - Giulia Guccione e Barbara Trotta avevano ascoltato l’ex ministro e fatto i dovuti approfondimenti, al termine dei quali non è emersa nessuna condotta sbagliata da parte dell’allora ministro. In particolare le accuse di pubblicazione indebita di documenti riservati, erano legate alla polemica sulla presunta partecipazione della Boccia a riunioni riservate in preparazione del G7 della Cultura a Pompei. Sul peculato (cioè su spese indebite fatte con soldi pubblici) Sangiuliano si era sempre dichiarato innocente. E così è stato. Maria Rosaria Boccia, invece, risulta ancora indagata dai pm romani per stalking.
Maria Rosaria Boccia, ora i guai sono enormi: caso-Sangiuliano, come cambia l'accusa
Cambiano le accuse a carico dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. L’ex collaboratrice di Gennaro Sangiuli...
«Siamo soddisfatti soprattutto sul piano morale- commenta l’avvocato difensore Silverio Sica -. Sangiuliano si era dimesso per una vicenda privatissima e questa archiviazione conferma che non ha mai compiuto alcun illecito. La sua è stata una decisione di grande serietà». Subito dopo la notizia dell’atto di archiviazione sono arrivate le prime manifestazioni di solidarietà a Sangiuliano. Su tutte quelle del presidente del Senato Ignazio La Russa: «Esprimo la mia vicinanza all’amico Gennaro Sangiuliano, che ha vissuto mesi davvero difficili, segnati da accuse infondate e attacchi ingiusti. Sono davvero felice che questa vicenda si sia conclusa con l’archiviazione da parte del tribunale dei ministri. D’altronde - conclude il presidente del Senato- conoscendo l’uomo e il rispetto che ha per le istituzioni, questa vicenda non poteva avere un esito diverso. A lui giunga il mio sincero e affettuoso abbraccio».
Meno istituzionali le reazioni degli altri esponenti di Fratelli d’Italia, che puntano il dito sulla sinistra giustizialista. Per Giovanni Donzelli «non c’erano dubbi sull’esito di una vicenda in cui Sangiuliano si è distinto per dignità e rispetto per le istituzioni. Siamo molto felici per lui. La sinistra che lo ha insultato ingiustamente per mesi, ora chieda scusa». Il presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan parla di: «Accuse e critiche che sono cadute, ma che da sinistra gli sono state strumentalmente rivolte, senza conoscere i fatti. Accuse - prosegue Malan - che miravano ad intaccare la sua onorabilità di uomo e di ministro. Invece Sangiuliano è stato fra i migliori ministri del governo Meloni, ha riportato la cultura al centro dell’azione politica di questo esecutivo, ottenendo risultati egregi. A lui va la nostra riconoscenza, mentre non possiamo che biasimare la speculazione politica venuta dalla sinistra». Per Augusta Montaruli «alla sinistra non resta che piangere. A chiunque abbia avuto l’arroganza e la supponenza, senza rispetto per la sua persona e la sua famiglia, di attaccarlo sulla sua vita privata, adesso chieda scusa, non solo all’uomo colpito e messo alla berlina, ma anche ai cittadini, per lo spettacolo indegno e diffamatorio messo in piedi per colpire il governo Meloni, cui hanno dovuto assistere». Solidarietà a Sangiuliano arriva anche da Bruxelles, dal capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza: «Per mesi la solita sinistra lo ha attaccato e oggi la verità finalmente si afferma restituendo a Sangiuliano l’onore che qualcuno pensava di avergli tolto. Di questa squallida vicenda rimarranno l’ottimo lavoro del Ministro e il suo coraggio nello sfidare le cittadelle del politicamente corretto per portare una ventata di libertà nel mondo della cultura. Un’opera che il governo Meloni continuerà, con buona pace della sinistra».