Giuseppe Conte prepara il "golpe" contro Elly Schlein

Il piano: a caccia di "teste pensanti" per scalzare la leader dem e prendersi la guida del centrosinistra
di Pietro Senaldimercoledì 9 aprile 2025
Giuseppe Conte prepara il "golpe" contro Elly Schlein
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Giuseppe Conte si è lamentato con la stampa, a suo dire colpevole di non aver dato il giusto spazio alla manifestazione di M5S contro il piano di riarmo dell’Unione Europea. È complicato dargli torto, se si pensa alla prosopopea con cui è stata accolta e celebrata venti giorni fa la piazza per l’Europa di Repubblica e, sostanzialmente, del Pd, meno partecipata e più insipida. È stato trattato quasi meglio perfino l’evento di Bologna di domenica scorsa, che dell’iniziativa promossa da Michele Serra è stata la scialba replica. Eppure da una parte il padrone di casa era l’ex premier, dall’altra il primo cittadino del capoluogo emiliano. Il successo della prima grande uscita di Conte dopo la giubilazione di Beppe Grillo, nel dicembre scorso ha certificato la definitiva tumulazione del fondatore. Ma ha detto anche molto altro. Elly Schlein non c’era, e bene ha fatto a marcare visita, visto che la delegazione di fedelissimi dem che ha mandato è stata accolta dalla folla al grido romanesco “mozzicali”, quando per cortesia il leader di M5S si è avvicinato a loro. Ma Conte non ha bastonato il Pd, trattandone i delegati come figliol prodighi. Da settimane l’ordine di scuderia è lasciare socchiusa la porta al rivale-alleato, nella speranza di farlo cadere in trappola.

LA STRATEGIA
La strategia è manifesta. «M5S si apre all’esterno» ha dichiarato Conte. Nel segno della pace e della critica a questa Unione Europea. Non c’è bisogno di attaccare i dem in maniera frontale, basta sposare una linea che guarda a una parte sempre più larga dei loro elettori e marca la divisione profonda nel partito tra fedelissimi della segretaria e custodi dei vecchi valori, difesa dell’Europa e appoggio a Germania e Francia anche a costo di votare un piano di riarmo che presenta tanti punti interrogativi ed è voluto da chi spinge per una guerra a tempo e sforzi indefiniti in Ucraina. Gli astensionisti, l’ala sinistra del Pd delusa dal cerchiobottismo di Elly, gli antagonisti e gli estremisti rossi che erano presenti per la prima volta nella piazza grillina: a questi punta Conte per aumentare il consenso di quei 3-4 punti che sarebbero un ricostituente importante. Con i dem divisi e i leader di AvS in piazza a sostenerlo, l’avvocato del popolo punta a proporsi come candidato a Palazzo Chigi dell’alleanza che sfiderà il centrodestra. C’è già stato e Schlein non pare strutturata. Il capo grillino si permette di tenere in attesa («il suo è un ripensamento tardivo») perfino Matteo Renzi, che ha dichiarato che l’alleanza con M5S è per lui un boccone amarissimo ma che sarebbe pronto a ingoiare più che volentieri.

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Giochi aperti quindi e il Pd, per la prima volta da tempo, prende quasi sul serio l’avvocato. Non sulle sue velleità di tornare premier, ma sulla possibilità di un accordo elettorale, anche se la sua durata in caso di vittoria, la storia insegna, sarebbe pari alla vita di una farfalla. Il ragionamento è che questi anni all’opposizione hanno dimostrato che i dem sono indistruttibili anche se irrilevanti, hanno uno zoccolo duro che è garanzia di immortalità, mentre Conte sta ancora combattendo una battaglia per la sopravvivenza, che gli sta ben riuscendo. Questo però per il Pd non è una cattiva notizia perché la convinzione è che il leader di M5S continuerà a fare il prezioso ma sotto elezioni, se ci saranno le condizioni per una coalizione con speranze di vittoria, non si prenderà per la seconda volta la responsabilità di far vincere Giorgia Meloni ed entrerà nel gruppo.

Ora che ha individuato nella pace la parola d’ordine per risalire, il capo grillino sta provando a costruire una piattaforma economica. Ieri ha attaccato la malasanità citando i casi del giovane dimesso e morto poco dopo, del referto medico arrivato con otto mesi di ritardo con il paziente ormai in metastasi e dell’insegnante che deve spendere tre stipendi per anticipare privatamente un intervento che le sarebbe stato fatto dal servizio pubblico tra due anni. Però manca la parte propositiva. Superbonus e reddito di cittadinanza non ci sono più, non sono riproponibili e ormai sono impopolari, quindi Conte sta tampinando noti economisti perché gli suggeriscano qualcosa. Ma chi mette la faccia su un programma economico targato M5S?