Matteo Salvini e Roberto Vannacci, schiaffo ai retroscenisti di sinistra

Nella due giorni congressuale smentiti tutti gli scenari apocalittici tra congiure di partito e il generale pronto a scappare
di Fabio Rubinimartedì 8 aprile 2025
Matteo Salvini e Roberto Vannacci, schiaffo ai retroscenisti di sinistra
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La notizia è da prendere con le molle, ma pare che nelle ultime 24 ore il consumo di gastro-protettori si sia vertiginosamente impennato. La colpa sarebbe di quella tessera sventolata da Roberto Vannacci sul palco del congresso della Lega, domenica a Firenze. A ingurgitare pillole su pillole sono tutti quei commentatori di sinistra, ma non solo, che in vista del congresso avevano ipotizzato scenari apocalittici. Il primo, smentito per tempo, era quello di una sorta di “Congiura dei Pazzi” (la location di Firenze si prestava bene...), con esponenti di primissimo piano del Carroccio pronti a pugnalare Matteo Salvini e farlo fuori dal suo ruolo di segretario. Sappiamo come è finita. Il secondo, rimasto d’attualità fino a domenica mattina, era quello di un Roberto Vannacci pronto a farsi un suo partito e a mollare il Capitano e la Lega «usata come un trampolino di lancio». Era l’auspicio dei molti che vedevano in questa mossa il vero scacco matto alla segreteria di Salvini. Sono rimasti delusi. Nuovamente. Salvini è stato riconfermato per acclamazione e Vannacci ha preso la tessera del Carroccio, mettendo fine al chiacchiericcio.

Caso chiuso? Neanche per sogno. Giusto il tempo che il gastro-protettore facesse effetto, ed ecco che i produttori permanenti di bile, si sono scatenati su nuove ipotesi di lavoro. I giornali che per mesi avevano accreditato tutte queste teorie complottiste, non hanno digerito l’affronto del generale e hanno dato libero sfogo alla fantasia. Per Repubblica c’è “L’ira dei fan: «Ha tradito i suoi elettori»”, mentre il Fatto Quotidiano svelena: “Vannacci, tessera e gradi nel gelo del Nord”. Senza dimenticare i retroscenisti impenitenti, che nel breve volgere di un mattino sono passati dal «Vannacci è pronto a farsi un partito» a «Vannacci si prepara a fare le scarpe a Salvini». Il tema è quello del ruolo di vice segretario. Col nuovo statuto i “vice” sono passati da tre a quattro. E allora il gioco è semplice: hanno aumentato di uno per far posto a Vannacci.

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Il fatto che per la prima volta nella storia siano entrate in segreteria anche le regioni del Sud, evidentemente non ha suscitato il dubbio che il vero motivo dell’allargamento fosse quello. Poi, per carità, magari Vannacci verrà nominato per davvero “vice”, ma in quel caso a pesare potrebbero essere le 500 mila preferenze racimolate. E anche la consapevolezza che fare politica non è un gioco e creare da zero un partito, nemmeno. Ne avevamo scritto tempo fa, mettendo in fila gli errori commessi dal generale in un campo di battaglia che ancora non conosce a fondo. Proprio quei passi falsi, alla fine, potrebbero aver convinto Vannacci ad accettare l’invito a tesserarsi fattogli da Salvini. In un’intervista alla Nazione, Vannacci rivela che tesserarsi «faceva parte di un percorso, in parte pianificato. Dopo mesi di conoscenza ho capito che la Lega è l’unico vero partito sovranista influente e in grado di incidere». E che il generale stia prendendo dimestichezza con i riti della politica (assai diversi da quelli del suo mondo al contrario), è testimoniato anche dalla risposta alla domanda sulla sua vice segreteria: «Lo vedremo col tempo, per ora faccio l’europarlamentare».

Nel frattempo l’ingresso ufficiale del generale in Lega ha iniziato a sortire i primi effetti. Attilio Fontana, che in passato non era stato tenero con l’ex parà, ieri si è detto «contento» del tesseramento, «perché almeno così anche lui sarà al nostro fianco in tutte - e quando dico tutte, sottolineo tutte - le battaglie che stiamo combattendo». Il riferimento è ovviamente al progetto autonomista, che lo stesso Vannacci ha sdoganato a Firenze («Per essere autonomisti in Italia dobbiamo essere sovranisti nell’Ue»). E visti i precedenti sembra un significativo passo in avanti. A rovinare ulteriormente la giornata dei gufatori ci ha pensato, in serata, lo stesso Salvini, che a 5 minuti, intervistato da Bruno Vespa, ha detto chiaro che «sul Viminale la Lega non intende fare forzature. Ne parlerò con serenità a Piantedosi e Meloni, ma il governo è e resta saldo». Non una novità per chi le parole (già domenica a Firenze) le ascolta e le interpreta per il significato che hanno. Un po’ meno per gli altri.