Nella Capitale dei roghi tossici che dalle baraccopoli infestano l’aria di mezza città, delle batterie di borseggiatrici che saccheggiano h24 pendolari e turisti sui vagoni delle metropolitane e delle minorenni violentate tra le roulotte, vuoi non organizzarla una grande festa per celebrare la cultura rom e contrastare l’antiziganismo? Un bell’apertivo e un bel concerto per mostrare quanto sia importante il contributo dei nomadi nella società e per puntare il dito contro quei cattivoni che osano dissentire su questa modalità di paventata inclusione. Benvenuti a Zingaropoli, pardon nella Roma del Pd. Dove Roberto Gualtieri e compagni, in occasione della Giornata internazionale di rom e sinti, hanno organizzato un fitto programma di attività a partire da oggi pomeriggi. Politici e tecnici del Comune, attivisti e membri delle varie comunità si sono dati appuntamento alla “Città dell’Altra Economia” per parlare di integrazione, lotta alle discriminazioni e politiche di superamento dei campi. Obiettivo dichiarato: valorizzare le tradizioni dei nomadi. Anche e soprattutto attraverso una dimostrazione di cucina rom e un concerto romanì. E poi laboratori d’arte, podcast e videoclip. Per non parlare della proiezione di “Lala”, della regista Ludovica Fales, in programma il 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma: un documentario che racconta le vite di tanti giovani rom.
Inutile dire che i social di Roma Capitale siano stati invasi da commenti sarcastici, per usare un eufemismo, sull’allegra festicciola. Vi proponiamo qui solo una piccola carrellata - purtroppo lo spazio a disposizione non ci è d’aiuto - di repliche al grande evento organizzato in onore dei nomadi. «Il primo aprile è passato!», sbotta Luca. «Un buffet nelle fermate Colosseo-Cavour-Termini sarebbe gradito», dice Laura. «Pensavo fosse Lercio», punge Daria. «Ci sarà anche la dimostrazione di come ci si arrampica sui balconi scommetto», arringa Alessio. «Workshop gratuiti di scippo in metro, rusto nel cassonetto e falò artistico di cavi rubati e pneumatici», aggiunge Erik. «Ospite d’onore Cicalone?», chiede invece Roberto facendo riferimento al celebre cacciatore di borseggiatrici. La sintesi la fa Lilly: «A quando la giornata dei cittadini che si fanno il mazzo per arrivare a fine mese, pagano le tasse e non hanno servizi sufficenti come asili nido pubblici e strade senza buche?».
Roma, la prima candidata fatta con intelligenza artificiale
L’AI incombe sempre di più sulla politica. Intelligenza artificiale? Sì ma non solo. Anche una lista...Solo chi è completamente scollegato dalla realtà, come la sinistra, può stupirsi della reazione dei romani. E infatti ecco l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale, Barbara Furnari, colei che ha promosso l’ambaradan. «I commenti razzisti che sono comparsi sotto il post che parla dell’evento ci convincono ancora di più che è necessario ricordare questa giornata, celebrata in tutto il mondo e riconosciuta dall’Onu, proprio per tenere alta l’attenzione sui problemi e le discriminazioni subite da questo popolo», ha detto scambiando la sacrosanta incazzatura dei cittadini per problemi reali col trito e ritrito allarme razzismo. Semmai, quei commenti fotografano alla perfezione le priorità delle famiglie: più sicurezza e meno buonism. I fatti, del resto, gli danno ragione. Basti pensare alle cronache capitoline degli ultimi giorni: il 19 marzo una banda di cinque rom ha picchiato, minacciato di morte e derubato di 500 euro uno studente nel proprio appartamento; il 27 marzo i Carabinieri hanno sequestrato sei veicoli privi di assicurazione in due diversi campi dove su 312 persone ben 108 hanno precedenti penali; il 5 aprile altri due nomadi sono stati sopresi a bordo di un’auto del car sharing rubata.
Funari, però, non ci sta e insiste: «Roma vuole ribadire che è contro l’odio razziale, i pregiudizi e gli stereotipi verso i rom. Attraverso interventi di esperti abbiamo voluto proporre una giornata di riflessione per conoscere meglio la cultura di Rom e Sinti. Verranno affrontati temi importanti legati all’inclusione, al rispetto delle diversità culturali, al riconoscimento dei diritti delle minoranze». Non c’è nulla da fare: la sinistra è un paziente incurabile.