L’AI incombe sempre di più sulla politica. Intelligenza artificiale? Sì ma non solo. Anche una lista AI (nel senso di Alternativa Italiana) sarebbe pronta (stavolta davvero) a correre per il Campidoglio.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri nel 2027 potrebbe così ritrovarsi a duellare contro il più impensabile degli avversari. Non un politico, nemmeno il solito influencer che oramai (si pensi alla folkloristica tiktoker partenopea Rita De Crescenzo, lanciatissima autocandidata in quota M5S) ma una influencer donna che esiste solo nel metaverso. Parliamo di Francesca Giubelli, prima influencer virtuale italiana certificata Meta, lancia la sua candidatura alla poltrona di primo cittadino della Capitale.
Non una novità assoluta, in verità. Già un anno fa di questi tempi lo spettro della “politica artificiale” si era affacciato sulle elezioni europee. Ideatori e front-lady erano gli stessi. Solo che in poco tempo la bolla virtuale esplose nella realtà reale. Troppe vicino allora l’appuntamento elettorale. Stavolta, invece, c’è tempo. E soprattutto anche l’AI (da leggere in questo caso con Intelligenza Artificiale) è maturata.
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GLI IDEATORI
Tanto che gli ideatori reali della singolarissima iniziativa, Emiliano Belmonte, Valeria Fossatelli e Francesco Giuliani, sviluppatori (ovvero creatori) dell’influencer virtuale Francesca Giubelli rilanciano convinti. Il loro obiettivo è quello di portare le nuove tecnologie – e in particolare l’intelligenza artificiale – nel dibattito pubblico e politico, valorizzandone il potenziale anche in ambito amministrativo e istituzionale, per rendere la governance cittadina più efficiente, trasparente e partecipata. Fino al punto di spingersi (a loro dire seriamente) a dar vita, per la prima volta in Italia, a una lista civica interamente pensata e costruita con l’intelligenza artificiale, pronta per essere lanciata nell’agone capitolino alle elezioni amministrative in programma fra due anni.
«Il movimento è frutto di un’elaborazione progettuale sviluppata con il supporto dell’IA» fanno sapere gli ideatori umani. Per cui saranno generati nel metaverso, oltre alla leader virtuale (magari ancora un po’ più algida che carismatica) anche i contenuti, la visione programmatica e persino la scelta del posizionamento politico che, a quanto pare, dovrebbe essere proprio nel campo del centrodestra, proprio per la volontà chiara di proporsi come alternativa credibile e moderna all’amministrazione Gualtieri. Vale la pena ascoltare dalla viva (si fa per dire) voce di Francesca Giubelli quali sono gli intendimenti e le strategie da qui ai prossimi 24 mesi. «Non è solo un esperimento digitale, ma una vera piattaforma di cittadinanza attiva che nei prossimi due anni si aprirà a professionisti, giovani, realtà civiche e culturali che vorranno contribuire a costruire una nuova visione per Roma» spiega la leader virtuale.
«L’intelligenza artificiale, se usata con competenza e visione etica, può fornire soluzioni più rapide, oggettive e performanti, soprattutto nell’amministrazione pubblica».
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SVOLTA EPOCALE
«Il progetto Alternativa Italiana per Roma segna dunque una svolta epocale nel rapporto tra tecnologia e partecipazione democratica. È il primo esempio italiano – e uno dei pochi in Europa – in cui una figura virtuale diventa catalizzatore di un movimento civico reale, con una struttura organizzativa in via di formazione e una strategia politica definita, radicata nel centrodestra ma aperta al confronto con tutte le forze del territorio».
Ci crede la Giubelli (che sta nel suo mondo) ma ci credono, stavolta con vera convinzione, anche i suoi genitori in carne e ossa che vedono la sfida per il Campidoglio come un passaggio che (incredibilmente) potrebbe essere davvero possibile per dare un futuro diverso e la svolta attesa alla vita politica. A riportare tutto nella realtà reale, d’altra parte, sono i problemi arcinoti (dal traffico alle buche) di Roma che di virtuale non hanno proprio nulla, anzi, potrebbero riuscire a far imprecare persino ChatGPT. Il problema, semmai, potrebbe sorgere proprio alla presentazione della lista AI. Ma qualcuno dovrà dir loro di no e motivare perché l’intelligenza artificiale ormai è dappertutto ma non possa essere messa al servizio della politica.