Pd, scontri e insulti: la piazza dei compagni è un disastro

I centri sociali assaltano la polizia per raggiungere l’adunata pro Ue: l’ennesima figuraccia per i dem scrocconi
di Massimo Sanvitolunedì 7 aprile 2025
Pd, scontri e insulti: la piazza dei compagni è un disastro
4' di lettura

Gli interventi, sul palco della piazza bolognese pro Ue al Nettuno, stanno volgendo al termine. Poco distante, in via Rizzoli, un vessillo blu con le stelle gialle va in fiamme. «Prendiamoci la piazza di Lepore», arringa poi la massa in via Bassi. I manifestanti puntano il cordone dei reparti mobili schierato a chiudere il passaggio verso il palazzo del Comune: provano a sfondarlo ma agli agenti rispondono a suon do manganellate. Sono i “bravi ragazzi” di Potere al Popolo, insieme agli universitari di Cambiare Rotta, ai soliti volti noti dei centri sociali e dei collettivi e al sindacato rosso Usb, che dopo il sit-in contro il riarmo in piazza San Francesco vogliono raggiungere in corteo l’adunata europeista organizzata dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e dalla collega di Firenze, Sara Funaro.

È l’ennesima occasione per cercare lo scontro con la polizia (bollata come «repressiva e fascista»). Dopo gli assalti di Roma (venerdì) e Milano (sabato) contro l’approvazione del “dl sicurezza”, ecco il tris nel capoluogo emiliano. Finirà con due antagonisti feriti (tra cui Bianca Tedone, coordinatrice del partito di estrema sinistr) e col dietrofront verso via Marconi e fino al Parco della Zucca, lontano dal palco istituzionale. «Volevamo dialogare con quella parte dei cittadini che, siamo sicuri, non può essere d’accordo con i continui inviti del sindaco Lepore a condividere la piazza con la destra», piagnucolano quelli di Potere al Popolo. In ogni caso, la festa degli europeisti è rovinata. Piccola postilla: ancora non si è capito quanto è costata, e soprattutto chi l’ha pagata, la loro piazzata.

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«Gli scontri tra manifestanti e polizia confermano che era necessario varare norme per rafforzare le tutele delle nostre forze dell’ordine. Bene, quindi, ha fatto il governo Meloni ad approvare il decreto sicurezza in cui sono contenute importanti misure che, tra le altre cose, vanno proprio nel senso di garantire maggiori tutele alle nostre donne e uomini in divisa. Spiace registrare la contrarietà della sinistra», spiega il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami. «Gli scontri che sono avvenuti a Bologna sono l’ennesimo episodio vergognoso legato a certa sinistra che preferisce simili atteggiamenti facinorosi al dialogo. Ferma la nostra condanna e piena solidarietà agli agenti delle forze dell’ordine: sono queste le manifestazioni della sinistra? Democratici, ma solo a parole», sottolinea il deputato e commissario provinciale bolognese della Lega, Davide Bergamini.


Veniamo alla piazza pro Ue. Vessilli arcobaleno e inni a Gaza. Bandiere europee e sirene anti-aeree. L’esaltazione di Ventotene e la mano tesa ai grillini. C’è tutto e il contrario nella fotocopia in piccolo (5mila persone) dell’adunata romana di tre settimane fa, lanciata dalla penna di Repubblica, Michele Serra, e finanziata coi soldi dei cittadini come denunciato da Libero. Lo spartito, al Nettuno, è uguale. La carrellata di politici, giornalisti, intellettuali, artisti, professori, studenti e attivisti che si sussegue sul palco ci crede ma non scalda. Quando Serra, anche ieri in piazza, dice che «i nostri trisnipoti diranno “ricordate quelle piazze...”», forse, non ci crede nemmeno lui. La scena, dopo l’Inno alla gioia (l’inno dell’Unione Europea) suonato dal quintetto di ottoni del Conservatorio, se la prendono i sindaci organizzatori. «È arrivato il momento che il centrodestra si abitui alle manifestazioni di piazza perché sento troppo nervosismo, bisognerebbe essere molto più contenti che i sindaci, le sindache, i cittadini in modo libero vadano in piazza ad esprimere il loro parere. Vedo invece troppi esposti, troppe denunce. Questo un po’ mi preoccupa perché una sana democrazia liberale ascolta quello che viene dalle piazze», spiega Matteo Lepore.

Dimenticandosi che i pm della Procura di Roma stanno indagando sulla manifestazione della Capitale, seppur senza ipotesi di reato, e che impiegare i soldi dei contribuenti per un evento dichiaratamente di parte è quanto meno inopportuno. Ma questi son dettagli... Il sindaco di Bologna non lascia, anzi raddoppia: «Dobbiamo verificare se noi europei siamo sonnambuli o sentinelle. La Commissione europea sbaglia dando la possibilità di usare i fondi di coesione ai singoli stati per la difesa, serve una difesa comune europea. È ora che ci facciamo sentire, l’Europa è la nostra patria. Dopo Roma e Bologna organizzeremo piazze in altre città italiane ed europee». Funaro, invece, la butta sull’immigrazione: «La nostra Europa non è quella dei muri o che lascia morire le persone in mare, che fa dell’identità un’arma per dividere e non per unire». E rivendica lo ius scholae simbolico messo nero su bianco a Firenze: «Speriamo sia solo un primo passo, a chi ci ha contestando rispondo con orgoglio: sono felice di avere la mia faccia accanto a quella di tutti i ragazzi e le ragazze, il nostro Paese è più avanti».

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