Alla fine Matteo Salvini ha ceduto e ha risposto «obbedisco». Per una manciata di secondi il Capitano si è auto degradato a soldato semplice e alla platea di delegati e militanti che lo ascoltava ha spiegato: «Matteo Piantedosi è un ottimo ministro, ma soprattutto è un amico, un collaboratore fedele. Ma io, decidendo di essere ancora il vostro segretario, mi sono messo a disposizione. E se il partito mi chiede di tornare al Viminale, allora rispondo che parlerò con Piantedosi e con Giorgia Meloni e insieme vedremo cosa fare».
L’invito a sedersi nuovamente sulla poltrona di ministro dell’Interno era arrivato il giorno prima per bocca dei capigruppo Molinari e Romeo, ma il tema non è nuovo, era già emerso nei giorni seguenti all’assoluzione con formula piena dal processo di Palermo. Proprio quell’accusa di «sequestro di persona» lo aveva costretto - anche su “invito” del presidente Mattarella- a rinunciare a fare il bis al Viminale. Da quella posizione, però, Salvini aveva costruito le fortune sue e della Lega ed è comprensibile che Matteo voglia riprovarci. Resta da capire se e a quali condizioni la premier accetterà il rimpasto. Salvini ha diviso il suo discorso in tre parti. La prima dedicata al Movimento, la seconda alla politica interna e la terza a quella internazionale. Sulla Lega ha ripetuto quello che aveva detto a Padova: «I social non bastano, noi siamo un movimento di popolo, di piazza, di fabbrica. E lì dobbiamo stare, nella vita reale. Aprite le sezioni e non abbiate paura di accogliere persone più brave di voi. Ora siamo i secondi, ma l’obiettivo è tornare a guidare il centrodestra».
Lega, il generale Vannacci entra nel partito: Salvini gli consegna la tessera
Al congresso della Lega, un momento importante, non solo simbolico. Sul palco è salito l’europarlamentare R...Per far capire ai suoi il ruolo che la Lega ha avuto e avrà nella storia politica italiana, mette in fila una rassegna di manifesti, quelli che Bossi disegnava tracannando Coca-Cola. E allora eccoli gli slogan «che letti oggi sono attualissimi»: “Servono i confini per difendere l’Europa”; “Stiamo morendo di Cina”; il manifesto che mette assieme autonomia e premierato «che abbiamo sempre visto come complementari- dice Salvini - e andranno avanti a braccetto»; e poi quello contro l’islam o quello dell’indiano che “non ha potuto scegliere”.
Sulla politica interna, oltre alla scalata al Viminale, il leader leghista mette nel mirino la pace fiscale: «Dobbiamo liberare milioni di famiglie da questo peso», senza regalare nulla, «ma fecendole pagare un po’ per volta, senza prenderli per la gola». Poi salari e pensioni «che vanno aumentate legandole al costo della vita». Infine la politica estera: «Se ci sono 800 miliardi spendiamoli in ospedali, scuole, lavoro, ma non per comperare armi» e ancora: «Pensare di fare la guerra agli Usa è da matti» e «il vero super dazio alle nostre imprese lo ha messo Bruxelles con il green deal che va subito cancellato. Così come va sospeso il patto di stabilità». Poi l’islam.
Cita Oriana Fallaci, San Giovanni Paolo II e Nelson Mandela, ricorda Silvio Berlusconi con la foto di Pratica di Mare con lui che fa stringere la mano a Bush senior e Putin. Ricorda «le origini cristiane dell’Europa che qualche massone ha voluto cancellare» e come «chi ha culture che maltrattano le donne è un delinquente». Manda un abbraccio a Vittorio Sgarbi e dice che lascia «alla sinistra le piazze dell’odio. Qui a Firenze ci sono solo estremisti del buonsenso». Alla Fortezza da Basso arriva anche Roberto Vannacci, il generale che doveva fondare un partito e spaccare la Lega. Invece sale sul palco con Salvini che gli consegna la tessera del Carroccio: «Combatteremo insieme le battaglie della Lega», dice il generale oggi all’europarlamento.
Gli ospiti. Dopo Musk, ieri si è collegata Marine Le Pen, che si commuove per la standing ovation dei leghisti: «Matteo, tu sai quello che sto provando. Insieme vinceremo chi vuole cancellare la democrazia in Europa». Poi il presidente di confindustria Orsini che invita a «non farsi prendere dal panico per i dazi Usa e a trattare con Trump», il leader dell’Ugl Capone e il premier Meloni. Salvini chiude con un annuncio a sorpresa: «In questi anni mi sono messo a disposizione sacrificando la famiglia anche per i prossimi quattro anni, ma alla fine del mandato io sarò un semplice delegato per votare il nuovo segretario». Sarà davvero così? Matteo è apparso sincero, ma quattro anni son lunghi da passare...