A una settimana dal congresso che lo confermerà segretario federale, Matteo Salvini sale sul palco di Padova e parla chiaro, così che non vi siano fraintendimenti né all’interno né all’esterno della Lega. Pochi concetti ma chiari: Bruxelles, islam, centrodestra, futuro del Veneto e del Carroccio. Una sorta di manifesto pre -congressuale sciorinato davanti a una sala, quella della Fiera di Padova, gremita. Una “impresa” riuscita in passato solo a Silvio Berlusconi.
Alla faccia di chi vorrebbe il Carroccio allo sbando «mentre i sondaggi ci premiano, siamo in crescita, e un motivo ci sarà», dice Salvini. Il motivo sta nel Dna della Lega: «La nostra è una storia di continuità. Di assoluta coerenza della Lega dagli anni ’80 a oggi. Nel 2025 se si è autonomisti e federalisti a livelli italiano, non si può che essere sovranisti a livello europeo». Poi elenca le due priorità economiche del Carroccio: «Una è la riduzione del carico fiscale con l’estensione della Flat tax al 15% a tutti i lavoratori. L’altra è una giusta, sacrosanta, pace fiscale con una rottamazione decennale senza sanzioni e senza interessi. Ci sono 1.300 cartelle esattoriali sui comodini degli italiani che devono sapere che il centrodestra, che ha nella Lega il suo collante e il suo pungolo, porterà a casa quella che per milioni di famiglie e imprese rappresenta la salvezza».
Dal Veneto, culla dell’Autonomia, Salvini parla chiaro: «Il 2025 dovrà essere l’anno in cui si cominceranno a vedere i vantaggi di questa riforma. Poi avverte i naviganti: avremo avversari che proveranno a salvarci, ma il nemico di questa riforma non sono i cittadini, ma i politici che da 50 anni al sud rubano voti e soli e che a Roma sono ben rappresentati...». Ma alla fine l’Autonomia si farà «perché noi abbiamo il triplete Calderoli-Fontana-Zaia». E il premierato? Per Salvini si farà pure quello «perché le due riforme assieme renderanno l’Italia un Paese più moderno ed efficiente». Il capitolo più spinoso è quello che riguarda l’Europa. Il leader leghista accusa Macron e von del Leyen di «fare i loro interessi per garantirsi un futuro». E stigmatizza una Ue che «fa i video per terrorizzarci».
Il «no, no, no» al piano di riarmo Ue che «è già morto e sepolto», serve a Salvini per chiarire un’altra priorità della Lega: «La vera emergenza non sono i carri armati a Est, ma l’invasione islamica da Sud. Su quello dobbiamo poter fare debito». Poi cita Oriana Fallaci i cui scritti «dovrebbero essere adottati come libro di testo nelle scuole medie e che scriveva: “l’Europa non è più Europa, è Eurabia, una colonia dell’Islam, dove l’invasione islamica non procede solo in senso fisico ma penetra nelle menti e nelle anime”. La legge coranica è nemica delle donne, della democrazia, dell’Occidente». Salvini ricorda che «per concedere mezzo metro quadro di spazio nelle nostre città, prima qualsiasi confessione religiosa deve sottoscrivere un accordo con lo Stato italiano. Deve sottoscrivere il nostro codice civile e il nostro codice penale. Lo hanno fatto tutte le confessioni tranne una: l’islam. Fino a quando anche questa confessione non firmerà l’accordo non gli si deve dare nemmeno un centimetro di spazio». Capitolo dazi e rapporto con gli Usa: «È chiaro che non fanno bene, ma per evitarli cosa dobbiamo fare?
Delegare l’interesse delle nostre imprese alla Ue o andare da soli a parlare con Trump? La risposta è evidente». E svela di aver invitato Vance alle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina. Il leader leghista parla chiaro anche sul Veneto: «Squadra che vince non si cambia. Zaia? Aspettiamo cosa dice la Consulta. Ad ogni modo lui sarà in campo con noi». Il finale lo dedica al congresso e alla sua visione di Lega. Anche qui la parola d’ordine è la stessa: patti chiari. Per tutti. «Se serve alla comunità della Lega io ci sono, ma se decidiamo di proseguire insieme facciamolo compatti, granitici, senza mugugni. Il nemico è fuori, non dentro». Poi rivolgendosi soprattutto ai giovani spiega: «Fare un gazebo in tre per scattare un selfie e metterlo sui social, non basta. Ci vogliono colla, manifesti e volantini. Stare tra la gente. Siamo nati senza soldi, senza tv, senza banche. Sono passati 40 anni siamo senza soldi, senza tv, senza banche, ma abbiamo una cosa che non cederei mai: degli ideali, dei valori, delle idee, delle prospettive». Questo perché, conclude Salvini: «La Lega non è in vendita, non ha prezzo». A margine dell’evento Salvini parla anche del generale Roberto Vannacci, da alcuni dato come possibile vice segretario del Carroccio. Il segretario è tranchant: «Prima di avere un incarico in Lega, uno ci si deve iscrivere», poi aggiunge: «Il futuro lo scopriremo solo vivendo».