I nuovi antisemiti si annidano tra i compagni

La sinistra non vuole ammettere che esiste anche un "antisemitismo progressista"
di Alberto Busaccasabato 29 marzo 2025
I nuovi antisemiti si annidano tra i compagni
2' di lettura

Se l’antisemita sta a sinistra, meglio far finta di niente. I progressisti, si sa, lo fanno abitualmente. Mai ammettere che i razzisti stanno pure a casa loro (anzi, ultimamente soprattutto a casa loro). L’ultimo caso riguarda gli insulti in rete contro Liliana Segre. La senatrice a vita si è opposta alla richiesta di archiviazione della Procura di Milano nei confronti di diciassette persone, tutte indagate per diffamazione aggravata dall’odio razziale per una «serie di post e commenti ritenuti gravemente offensivi e diffamatori pubblicati sui social media» che avrebbero avuto «intento discriminatorio» e «antisemita».

Alla questione, ieri, la Stampa ha dedicato un lungo servizio, spiegando bene la situazione e criticando la scelta di non perseguire gli haters della Segre. Tutto bene. Tranne una cosa: non si evidenzia mai la “matrice” di gran parte degli odiatori. Già, chi sono questi uomini e queste donne che vanno sui social a insultare una ex deportata nei campi di concentramento? Tutti neonazisti che sognano il ritorno del Terzo Reich? Non proprio, in realtà. O, quantomeno, non solo...

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Leggiamone qualcuno di questi insulti alla senatrice a vita (riportati dalla Stampa): «Ebrea e nazista nel cuore... schifezza», «Segre fascista di m...», «vecchia nazista criminale», «a sopravvivere ai campi nazisti sono stati solo quelli che hanno abbracciato il nazismo». Ecco, gli antisemiti, in questi casi, non sembrano tanto nazisti quanto un mix di no-vax e compagni pro-Palestina. Non a caso, infatti, tra i diciassette indagati c’era anche Chef Rubio, sempre durissimo contro Israele e non certo noto per essere uno di destra.

La realtà, come detto, è che la sinistra non vuole proprio ammettere che esiste pure un “antisemitismo progressista”. E la cosa non riguarda solamente i gruppetti più estremisti ma anche il Partito democratico di Elly Schlein. A strigliare la segretaria dem, su questo argomento, era stata un’altra ex deportata, la scrittrice Edith Bruck, che in un’intervista a Libero del novembre 2023 aveva spiegato: «L’antisemitismo di sinistra? Beh, c’è ed è grande. Mi fa soffrire molto perché io sono sempre stata una donna di sinistra. La sinistra però è stata sempre filopalestinese. E permeabile all’antisemitismo. Non credo per ragioni ideologiche. Io credo per superficialità».

Non solo. A marzo del 2024 il consigliere comunale milanese Daniele Nahum ha lasciato il Pd proprio denunciando le «diverse ambiguità sulla politica estera» e il «clima che si è prodotto in vari settori del mondo di sinistra dopo il 7 ottobre». E ha spiegato: «Si è sdoganata, soprattutto all’interno del movimento giovanile del Partito democratico, la parola genocidio in riferimento alla gravissima crisi umanitaria che sta vivendo la popolazione civile all’interno della Striscia di Gaza». L’uso della parola genocidio avrebbe poi prodotto «un’ondata di antisemitismo che non avevo mai vissuto in 41 anni di vita. C’è la volontà in chi la utilizza di comparare gli ebrei ai nazisti». Ecco, esattamente quello che hanno fatto gli odiatori della Segre...

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