«Incompatibile con il Pd». A lanciare il pesantissimo anatema contro Pina Picierno, rea di aver incontrato un’associazione di ex riservisti israeliani, non è un collettivo studentesco o un circolo dem un po’ di sinistra, ma colleghi del suo stesso partito, il Pd. La miccia era stata accesa dal Fatto quotidiano e rinfocolata dagli europarlamentari del M5S. Ma è il comunicato dei parlamentari del Pd a superare entrambi in durezza. Peraltro Picierno è la vicepresidente del Parlamento europeo, ossia l’esponente più alta in grado del Pd nelle istituzioni europee.
Il problema è che è anche la più netta nel sostenere tre idee che, nel Pd, non vanno molto di moda: difesa dell’Ucraina, necessità di riarmare l’Europa, vicinanza a Israele. E così Picierno è finita nel mirino. Questa volta per aver incontrato, peraltro insieme ad altri 18 eurodeputati, un’associazione di ex riservisti israeliani IDSF. Ad accendere la luce rossa è stato un editoriale di Marco Travaglio. Quindi, di prima mattina, una nota firmata dalla delegazione M5S al Parlamento europeo, dove si parla dei «incontri di europarlamentari con un think tank israeliano di estrema destra che supporta le azioni di guerra di Netanyahu, accusato di genocidio nei confronti del popolo palestinese, e anche le politiche di occupazione dei coloni. Fra questi», ecco lo scandalo, «c’è l’europarlamentare del Pd Pina Picierno».
Romano Prodi non si scusa nemmeno dopo la prova tv
Un «errore», ma Romano non chiede scusa. All’inizio Prodi fa come Fausto Bertinotti, che il giorno pri...Poco dopo arriva la prima replica dell’interessata che parla di «un altro tassello nel tentativo di mostrificazione della sottoscritta». Spiega, quindi, che «come vicepresidente del Parlamento Europeo con delega all’antisemitismo e all’assemblea del Mediterraneo”, negli scorsi mesi ha incontrato l’associazione IDFS, «che tramite un’agenzia regolarmente iscritta mi ha chiesto un appuntamento». Continua precisando che l’associazione le ha esposto «il suo punto di vista sulla crisi in Medioriente e la Striscia di Gaza». Di contro, lei ha espresso la sua opinione «e cioè che l’unica pace possibile è il riconoscimento dello Stato palestinese, un avanzamento deciso dello Stato di diritto per isolare Hamas e gli altri gruppi terroristici». E ha rivendicato «il legittimo esercizio delle mie funzioni parlamentari», precisando che l’incontro è stato segnato «nei registri di pubblica trasparenza e che non ha spostato di un centimetro la mia posizione, c’è bisogno di una svolta progressista nella società israeliana».
Fin qui, è l’ennesimo capitolo degli scontri tra Picierno e il M5S. Peccato che, poco dopo, un gruppo di parlamentari del Pd (Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Susanna Camusso, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Nico Stumpo, Stefano Vaccari, componenti dell'Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina) si è associato al M5S. E con toni perfino più duri.
In una nota, infatti, non solo hanno definito «incompatibile con i valori dell’Ue la permanenza di un’organizzazione come questa nel registro delle lobby accreditate presso il parlamento di Bruxelles». Ma, soprattutto, hanno messo in chiaro che è «incompatibile con le politiche del Pd intrattenere qualsiasi relazione con simili realtà», in quanto «sono organizzazioni contrarie all'obiettivo da sempre sostenuto da innumerevoli risoluzioni delle Nazioni unite e al rispetto del diritto internazionale». Tradotto: se vuoi stare nel Pd, chiedi scusa e non incontrarli mai più. E si chiede «agli esponenti politici che hanno coltivato relazioni politiche con questo think tank di estrema destra di prendere le distanze da questi ed altri attori che nel campo israeliano stanno sabotando ogni soluzione politica al conflitto».
Pina Picierno contro Veronica Gentili: "Che regalo le faccio"
Pina Picierno si scaglia contro Veronica Gentili. Al centro il tanto controverso riarmo europeo. A favore del piano (lei...Controreplica della Picierno: «Non consento a nessuno di dirmi cosa fare, specie a chi ha fatto incontri davvero imbarazzanti in passato, di dirmi cosa fare e cosa no, chi dovrei incontrare e come dovrei comportarmi. Questi tentativi maldestri di processi pubblici non appartengono in alcun modo alla nostra cultura politica».
Pochissime le voci in difesa di Picierno. Tra queste, Filippo Sensi, battagliero sostenitore delle ragioni di Kiev e non solo («Non mi piacciono le gogne e le ghigliottine, credo che Pina Picierno abbia l'integrità e l'intelligenza di incontrare chi vuole lei.. Solidarietà») e Simona Malpezzi («Far coincidere gli incontri con prese di posizione politica è sbagliato e ingeneroso»). Uno scontro che spiega anche la riflessione che si sta facendo tra i dem rispetto alla partecipazione alla piazza ultrapacifista del 5 aprile, organizzata dal M5S. Non si sa se Elly Schlein andrà. Ma è probabile - qualcuno lo dà per certo - che qualche esponente dem ci sarà.