Pd, il trucco a Bologna per "scroccare" la piazza

Eventi "di tutti" per l'Ue: è questo l'escamotage usato da Lepore per non mollare la campagna europeista a scrocco
di Lorenzo Mottolasabato 29 marzo 2025
Pd, il trucco a Bologna per "scroccare" la piazza
3' di lettura

Non pago della grassa figura da pulciari rimediata con l’adunata romana del 15 marzo, il fronte dei sindaci Dem sembra aver deciso di non mollare la campagna europeista a scrocco. Campagna che, ricordiamo, prevede che sia il contribuente a pagare tutte le spese peri raduni della “sinistra che conta” lanciati da Michele Serra sulle pagine di Repubblica. Praticamente un girotondo alla portoghese, con fugone al momento di pagare. E neanche il moltiplicarsi delle indagini sul conto del Comune di Roma per i circa 350mila euro spesi dal Campidoglio (dopo la Corte dei Conti, anche la procura di Roma ha aperto un fascicolo) è riuscito a fermare il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che dopo un periodo di timorosa riflessione, forse dopo aver consultato gli avvocati, ha annunciato che pure gli emiliani potranno gustarsi una giornata di elettrizzanti comizi di Augias e Vecchioni e soci.

ESCAMOTAGE
Il punto è che Lepore pare convinto di aver trovato l’escamotage per spacciare la sua iniziativa come un evento “di tutti”: «Sarà una manifestazione per un’Europa unita: non siamo contro nessuno, neppure dopo le parole di Meloni sul manifesto di Ventotene. Non sarà una piazza di partito, motivo per cui invitiamo anche il centrodestra a partecipare». Trucco puerile: dato che il sindaco ha scritto un comunicato per spiegare che tutti sono invitati, allora sarebbe legittimo far pagare il Comune. Come se un sindaco legato a Fdi lanciasse una manifestazione “per la Patria” mettendola nella nota spese dell’amministrazione cittadina per poi dire “beh, io ho invitato chiunque...”. E però alla fine sul palco si trovassero Galeazzo Bignami, Ignazio La Russa (carica istituzionale, no?) e una serie di giornalisti di quotidiani di centrodestra. Il che allo specchio è quanto è successo a Roma. Gli organizzatori dell’evento del 15 marzo hanno perso parecchio tempo al telefono con vip e vippetti per cercare di convincerli a partecipare all’evento di piazza del Popolo, incassando peraltro parecchi no (troppo vaghe le ragioni per cui si teneva lo show).

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Ci chiediamo, a questo punto, quanti di questi soggetti contattati fossero anche solo lontanamente tacciabili di simpatie non-di-sinistra. La verità è che la manifestazione di Gualtieri (per Lepore vale lo stesso discorso) aveva un fine chiaro, che è quello descritto da Serra nella sua amaca di un paio di giorni fa: mostrare al Paese che la sinistra non è solo élite, che esiste un “popolo” e che è anche numeroso. Che è poi il fine di molte manifestazioni politiche analoghe. Niente di male, l’opulento “popolo” della Schlein può andare in piazza quanto gli pare: nonostante qualcuno cerchi di far passare l’idea opposta, non siamo affatto in un regime. Ma pretendere che siano i contribuenti a pagare... è un’altra storia. È un problema di metodo, un metodo che non si deve imporre.

GOFFAGGINE
Di certo, non basteranno i goffi tentativi di Lepore di mascherare la situazione a cambiare il quadro. Continua il sindaco: l’Europa «ha una grande opportunità, pur nelle difficoltà che sta vivendo: deve uscire dall'angolo dove i nazionalismi stanno cercando di chiuderla. Rinunciare ai fondi di coesione e ai fondi per il sociale per acquistare armi per i singoli Stati è controproducente per la stessa idea di Europa». In pratica, il primo cittadino di Bologna lancia una manifestazione “trasversale” partendo da uno dei punti più controversi delle ultime settimane. Farebbe ridere, se alla fine a pagare non fossero i contribuenti. Intanto gli esposti in procura si moltiplicano.