Romano Prodi, rispunta la lettera di Oriana Fallaci: "Ecco perché non la sopporto"

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martedì 25 marzo 2025
Romano Prodi, rispunta la lettera di Oriana Fallaci: "Ecco perché non la sopporto"
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La sfuriata di Romano Prodi con la giornalista di Quarta Repubblica Lavinia Orefici tiene banco da sabato e promette di rimanere nell'agenda politica, mediatica e "culturale" ancora per vari giorni. 

Lunedì sera nel talk di Rete 4 condotto da Nicola Porro è stato trasmesso il "Var" dell'acceso confronto tra l'ex premier e l'inviata, rimbrottata con tono paternalistico dal padre nobile del Pd per avergli semplicemente fatto una domanda sul Manifesto di Ventotene. Prodi, accusato anche di averla strattonata e di averle tirato i capelli, si è chiuso in un mutismo sospetto e non si è mai degnato di scusarsi, anche solo per l'evidente e gratuita aggressione verbale. E mentre dal centrosinistra si tace o, addirittura, si prendono le sue difese esprimendogli "solidarietà", come ha fatto Enrico Letta (qualcuno, per esempio Massimo Giannini, ha addirittura esultato parlando di "una lezione ai giornalisti sicari di regime"), sui social il coro è unanime: senza drammatizzare, Prodi ha sbagliato. Stop. 

E su Facebook è degno di nota il post di Giovanni Barbagallo, presidente del Consiglio comunale di Giarre, Comune in provincia di Catania, che ricorda un precedente illuminante di Oriana Fallaci. La grande giornalista fiorentina un giorno scrisse a Prodi in persona: "Signor Presidente della Commissione Europea, so che in Italia la chiamano Mortadella. E di ciò mi dolgo per la mortadella, che è uno squisito e nobile insaccato di cui andar fieri, non certo per lei che in me suscita disistima fin dal 1978". 

Il riferimento è alla sua famigerata partecipazione "a quella seduta spiritica per chiedere alle anime del Purgatorio dove i brigatisti nascondessero il rapito Aldo Moro. Non mi parve serio, Monsieur Meglio: non mi parve rispettoso, pietoso, umano, nei riguardi di Moro che stava per essere ucciso. E supplicai il Padreterno di tenerLa lontana dalla politica. Peccato che al solito il Padreterno non m’abbia ascoltato, che in politica lei ci si sia buttato senza pudore".

Una antipatia "quasi epidermica", quella di Oriana per Romano. E la prosa della Fallaci in quella missiva si fa sempre più feroce: "Il solo udire la sua voce manierosa e melliflua m’innervosisce, il solo guardare la sua facciona guanciuta e falsamente benigna mi rattrista, Monsieur. Mi rammenta la Comèdie Italienne o Commedia dell’Arte, Pulcinella e Brighella, Arlecchino e Tartaglia".

L'elenco delle figuracce di Prodi vanno dalla sua Presidenza della Commissione Ue all'auto-candidatura come leader dell'Ulivo. "Le sue figuracce - conclude idealmente la Fallaci - sono le nostre figuracce, Monsieur. Figuracce dell’Italia. E io soffrii tanto a leggere i tre aggettivi che Hans-Gert Poettering, il capo del Ppe, aveva scelto per condannare il suo secondo exploit: Scorretto, Inaccettabile, Irresponsabile".