Il video che inchioda Romano Prodi

Un gesto appena accennato, ma non per questo meno inqualificabile: il video integrale di quanto accaduto
di A.T.lunedì 24 marzo 2025
Il video che inchioda Romano Prodi
3' di lettura

L'arcinota vicenda è iniziata sabato. Si parla ancora di Romano Prodi, di come abbia intimidito Lavinia Orefici, inviata di Quarta Repubblica, il programma di Rete 4. È bastata una domanda sul Manifesto di Ventotene, tema che ha scandito la settimana politica - e che ha innescato una violenta battaglia in Parlamento culminata nella "gita" della sinistra sull'isola - a far sbroccare l'ex premier. Proprio come la sinistra - tutta - è impazzita come una maionese quando Giorgia Meloni, in aula, si è permessa di prendere le distanze dal Manifesto stesso, citandone alcuni degli estratti più controversi.

"Ma che cavolo mi chiede?", rispondeva Prodi nelle anticipazioni che avevamo visto fino ad ora. La voce caricaturale, a dileggiare l'inviata. Poi le smorfie, la mano a chiedere cosa diavolo volesse con quel gesto arci-italiano, le insinuazioni: "So benissimo cosa dice il Manifesto, ma c'era il fascismo. Ce l'ha il senso della storia o no? Il suo è un modo volgare di fare politica", sbottava l'ex premier.

Una scena a tratti surreale, spiazzante, anche perché Prodi reagire a quel modo, ecco, non lo si era visto molte volte. Poi il gesto, appena accennato nelle immagini viste fino ad ora. E la denuncia dell'inviata di Rete 4: "Mi ha tirato i capelli, sono scioccata". Ne sono seguiti una domenica e un lunedì di dibattito, di accuse di aver ingigantito la vicenda, accuse rivolte contro chi ne aveva parlato. Già, per l'universo progressista non è concepibile l'idea che Prodi possa aver sbagliato qualcosa. In modo pacchiano, tra l'altro. Attenzione: non solo i capelli, già sarebbero bastate le parole, il tono di voce, il rabbioso complesso di superiorità, la spocchia. E, per inciso, Prodi non ha mai chiesto scusa. Figurarsi.

Poi, ecco emergere alcune immagini di quanto accaduto: prima i frame pubblicati da Nicola Porro sul suo sito personale, dunque alcuni frame rilanciati da Quarta Repubblica nell'attesa della puntata. Ed in questo contesto, ecco che nuovamente esplodeva la tensione di Prodi, il tutto nel pomeriggio di lunedì 24 marzo, alla presentazione di un libro a Bologna a cui ha preso parte. Al termine dell'evento una seconda giornalista lo ha avvicinato, chiedendogli un commento su quanto accaduto. La risposta? "Figurarsi se parlo con una giornalista, poi mi accusano di stupro...". Già, nervi a fior di pelle. Altre parole oggettivamente scomposte, esagerate.

Infine, a chiudere la vicenda, ecco finalmente le immagini. Il video integrale, proposto a Quarta Repubblica, nella puntata di lunedì 24 marzo. Una lunga attesa, culminata nel filmato "incriminato". Lunga attesa che, come hanno dimostrato i fatti, ha snervato il Professore. Dunque, ecco il video del raptus di Romano Prodi, la domanda sgradita e la mano che si allunga verso i capelli dell'inviata Mediaset. Intendiamoci, un gesto quasi appena accennato. Ma il gesto c'è: pollice e indice i capelli li afferrano. Brutte immagini, oggettivamente. Immagini che avrebbero richiesto almeno delle scuse.

E, per ultima, una considerazione: cosa sarebbe accaduto se il pollice e l'indice che afferravano una ciocca di capelli fossero stati quelli di un esponente di primissimo piano del centrodestra, magari di quei Fratelli d'Italia accusati di chissà quali nostaglie? Ecco, provate a immaginare cosa sarebbe accaduto. Noi, un'idea piuttosto precisa la abbiamo. E tanto basta a dare la cifra della gravità di quanto accaduto.

Quarta Repubblica, clicca qui per vedere il video del raptus di Romano Prodi