Alla sinistra prudono le mani, Prodi neanche si scusa con la cronista intimidita. E Bertinotti "lancia" oggetti

di Andrea Talentilunedì 24 marzo 2025
Alla sinistra prudono le mani, Prodi neanche si scusa con la cronista intimidita. E Bertinotti "lancia" oggetti
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Mammamia, che debacle! Se nemmeno i “senatori” di un’area (senatori in senso di punti di riferimento per presunta saggezza vista l’età) riescono a stare sui binari, allora la questione si fa seria. Già, è stato un sabato da dimenticare per la sinistra. Il primo fotogramma è di Romano Prodi, due volte presidente del Consiglio ma attualmente assai coinvolto, con un certo slancio, per riportare alla luce una qualche coalizione. Durante la presentazione del suo ultimo libro, viene avvicinato da una giornalista di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici, che gli pone una domanda, certo pepata ma fa parte del gioco, sulla (non) concezione della proprietà privata nel Manifesto di Ventotene. Lui le risponde in malo modo e le avrebbe anche tirato una ciocca di capelli, stando a quanto affermato dal conduttore del programma di Rete 4 Nicola Porro che stasera manderà in onda il filmato. 

Capitolo 2. Fausto Bertinotti. Il fu leader di Rifondazione Comunista, già presidente della Camera. Tra uno spasmo emotivo e l’altro per via del tramonto del progetto della sinistra antiglobalista, intervenendo a La 7 spiega come avrebbe reagito all’uscita di Giorgia Meloni alla Camera sul Manifesto di Ventotene. Bertinotti afferma che il testo «si può criticare, ma se stai parlando di un atto che è stato considerato fondativo della Repubblica italiana da tutti, compreso il Msi, di fronte a questa trasgressione io che sono un nonviolento, avrei lanciato un oggetto contundente, contro la Presidente del Consiglio, magari facendomi espellere perché bisogna segnalare che un limite è stato oltrepassato». E approfondisce il concetto: «Da parlamentare eletto dal popolo avrei comunicato al popolo che così non si può fare nel Parlamento della Repubblica italiana. Per cui faccio un atto per cui mi condanno, ma intanto le tiro un libro, che magari le serve anche». Alla faccia del nonviolento e della possibilità di criticare il Manifesto di Ventotene.

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Dunque, ricapitolando. Prodi che reagisce con stizza a una giornalista (con i particolari del caso che rimangono in sospeso). Bertinotti che avrebbe scagliato un libro contro Giorgia Meloni se fosse stato in quell’Aula mercoledì scorso. Ma davvero, da quelle parti, sono messi così? Anche peggio, a giudicare dal silenzio di tutto quel milieu progressista, di diritti e rivendicazioni, che quando le grane riguardano casa d’altri è sempre pronto a scatenarsi. Non c’è neanche la scusa di un primo week end di primavera, visto che il tempo è stato inclemente, a giustificare, per esempio, il silenzio del generone femminista. Sì, perchè si dà il caso che sia la Presidente del Consiglio in un caso, sia la giornalista nell’altro siano due donne. Tace il generone intellettuale che rotea nella parte sinistra del cielo. Anzi no. Luca Bottura, per esempio, la mette giù chiara: «Prodi ha fatto benissimo. Era ora che qualcuno desse al retequattrismo la risposta che merita». Lo stesso fa il comico Luca Bizzarri: «A questa narrazione politica sempre più infantile mancava “mi ha tirato i capelli.” Ora c’è».

Arriva poi la cavalleria prodiana dal Pd. Enrico Letta, che è stato nella squadra di governo del professore (nel ’96 come ministro; nel 2006 come sottosegretario). È esplicito: posta un selfie in cui sono raffigurati entrambi e lancia l’hastag su X: «Io sto con Romano». A vedere le reazioni non ha avuto molta fortuna. In serata si accorda l’ex ministro Elsa Fornero, ospite di La7. Gianni Cuperlo, al termine di un post in cui perora la causa del prof, gli rivolge «l’augurio di una serena domenica e la solidarietà, ma il tempo di qualche saggezza presto o tardi ritornerà». Dalla parte di Prodi si schiera anche la senatrice Sandra Zampa, che fu sua portavoce. Dal centrodestra, invece, sale lo sdegno. «Questi atteggiamenti rischiano di avvelenare il clima politico», dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Galeazzo Bignami. Dalla Lega, la responsabile Pari Opportunità Laura Ravetto osserva: «A sinistra emerge uno sconvolgente disprezzo contro le donne. Chi osa smarcarsi dal pensiero unico può essere insultata, minacciata, e (stando alle parole della giornalista) addirittura aggredita fisicamente».

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